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A History of Violence

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su A History of Violence

di maso
8 stelle

Svolta pulpolare per Cronenberg, dopo aver rielaborato l'horror e il thriller con la sua regia estrema ma estremamente solida si addentra in un nuovo territorio muovendosi disinvolto come se fosse routine per lui.

La base è una storia davvero originale sceneggiata con rabbia sopita dall'autore e riversata nei personaggi a cominciare dal protagonista interpretato da Viggo Mortensen: papà di provincia che in pratica si è lasciato alle spalle un passato dove era capace di ammazzarti infilandoti un cracker nell'orecchio e ora vive la sua vita ben nascosto, finchè una sera un paio di psicopatici minaccia di far fuori gli occupanti della tavola calda dove lavora e la sua mano di pietra da killer implacabile salta fuori in una esplosione di violenza che diventerà il pezzo forte dell'intera pellicola, perchè da eroe per caso Tom Stall conquista i telegiornali mettendo sulle sue tracce chi lo cercava da tempo.

"A history of violence" è un film fatto di lunghi dialoghi dal tono teso che a targhe alterne sfociano in esplosioni di violenza messa in scena senza mezze misure da Cronenberg: nasi sfondati nella scatola cranica, colpi d'arma da fuoco a brucia pelo in pieno volto con la vittima agonizzante nelle sue contrazioni in primo piano, spasmi di morte sugli ultimi repiri vitali, fiotti di sangue che per poco non raggiungono l'obiettivo, il tutto per evidenziare una violenza accesa sotto la cenere che non riguarda solo il protagonista ma anche suo figlio vessato che sembra averla ereditata nei cromosomi e la manifesterà con coloro che lo perseguitano a scuola per difendere il suo territorio come un cane di paglia che ha finalmente preso fuoco, emblematico il dialogo con il padre in cui afferma "In questa famiglia i problemi si risolvono sparando" e così padre e figlio faranno sconvolgendo la vita di una moglie-madre che è costretta ad accettare la violenza come componente della famiglia suo malgrado.

Ritmo volutamente blando che però non suscita noia ma attenzione a dialoghi insolitamente ricchi per un thriller e la direzione degli attori che li esprimono è eccellente come le loro prove: tutto il cast è perfettamente selezionato ed una menzione speciale la merita indubbiamente Ashton Holmes nel ruolo del figliol prodigo che sotto l'aria da caramella mou nasconde i denti di un puma selvaggio, l'unico che non mi ha entusiasmato è William Hurt perchè non ce lo vedo come boss mafioso e spietato.

Il messaggio che Cronenberg ci vuole dare è quanto di più amaro ci possa essere visto che sembra inevitabile per lui combattere il fuoco con il fuoco, la violenza con la violenza, e non c'è possibilità di scelta, non ci sono alternative come Kubrick cercò di spiegare con "Arancia Meccanica" venendo clamorosamente frainteso come se volesse sponsorizzare la violenza.

 

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