Regia di David Cronenberg vedi scheda film
E' un film perfetto, molto accurato, che però non mi ha appassionato. E' una pellicola insolita per Cronenberg, e diversa dal Cronenberg che amo, quello delle allucinazioni e delle idee bizzarre. Al centro secondo me c'è il personaggio del protagonista e della sua irriducibile ambiguità. Il suo attaccamento alla moglie e ai figli, il suo credere nel matrimonio, il suo desiderio di vita tranquilla e pulita è inconciliabile con la sua ferocia nel picchiare e nell'uccidere a sangue freddo. Certo, a rigore si tratta di legittima difesa, e della volontà di chiudere i conti e tagliare col passato, ma il contrasto è troppo stridente per non parlare di un uomo dal cuore diviso. Il personaggio è buono o cattivo? Penso che la risposta non sia possibile in questi termini, e non nel senso abituale che in ognuno di noi c'è una parte di male e una parte di bene. O anche che c'è un'aspirazione al bene e un'attrazione verso il male. Sembra infatti che il protagonista voglia scrollarsi di dosso la vita precedente come un impiastro e una seccatura, per passare alla vita tranquilla che ha visto essere migliore. In questa cornice quasi quasi il discorso di bene e male, o di redenzione da una vita sbagliata, non c'è o è marginale. Questa è la mia impressione.
Ai margini c'è anche il tema dell'ereditarietà della violenza, come risulta dal pestaggio dei compagni vessatori da parte del figlio adolescente.
In ogni caso è un film molto violento (titolo in tema, non c'è che dire), di una violenza insolita per il regista, con certi particolari che francamente mi hanno fatto stringere lo stomaco.
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