Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
Fernando Di Leo firma un cult degli anni settanta. Rivoluzione sessuale, ribellione, spiritualità e sesso visti attraverso gli occhi di due ragazze in viaggio verso un sogno...la libertà.
Credetemi, non è facile recensire un film come questo, un film che per molti anni non ho voluto vedere perchè gli davo poca importanza e poco valore artistico...oggi posso dirvi apertamente che sono stato un vero cretino a pensare quste cose riguardo questo film.
Fernando Di Leo mi stupì la prima volta con il suo "Milano Calibro 9" ma questa volta forse riesce a dare un pugno potentissimo allo stomaco di tutte quelle persone che sapranno cogliere i messaggi racchiusi in questo film.
Di Leo, attraverso gli occhi, la spensieratezza, la ribellione e l'ingenuità di queste due bellissime ragazze ci parla di tante cose...dal movimento hippie, alla rivoluzione sessuale, alla ribellione contro tutto ciò che rappresenta il perbenismo di una società solo apparentemente pulita e senza macchie.
Sesso e spiritualità si fonondo, amore e violenza fanno lo stesso ed è così che ci ritroveremo in una sorta di viaggio parallelo tra la psichedelia e la realtà.
Un film che a mio avviso non è stato per niente capito, addirittura spesso e volentieri fanno rientrare questo film nel filone delle commedie sexy all'italiana...quando questo film è tutt'altro che una commedia sexy, questo film è un potente dramma culturale...che se anche ha molto di sexy sicuramente non è fatto per portare eccitamento e arrapamenti vari...ma per mostrare l'ideologia, la mentalità e uno spirito aperto da parte di gente che sogna la libertà, gente che sogna di volare...gente che non vuol far del male...gente che tutto sommato fa il tifo per l'amore.
Il finale del film è da brividi, fa gelare il sangue per la sua tremenda crudeltà, non è un caso che il film ebbe diversi problemi alla sua uscita sopratutto per questo cruento finale...ma sicuramente giustificato, sopratutto per il fatto che Di Leo ci ha rappresentato attraverso un finale tragico la fine di una utopia.
Un film che s discosta totalmente dai prodotti sexy girati all'epoca, un film che non può essere confuso con quella roba ma deve essere visto, rivalutato, ri-analizzato e finalmente rifettuto come si deve...perchè questo è un film che ha veramente molto da dire.
Fernando Di Leo ancora una volta si dimostra un regista di mestiere eccezionale, che ha saputo creare un film che non si è dimenticato e che deve essere ancora studiato per bene...nonostante è noto a tutti che il genere preferito di Di Leo è il polizziottesco...ma con questo "Avere vent'anni" firma un autentico cult, importantissimo e da non perdere.
Splendide la Carati e la Guida nei ruoli più drammatici delle loro carriere.
Un film da vedere assolutamente.
Vins
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