Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Un attore fugge dal set di un western (nello Utah) per andare prima dalla madre (nel Nevada), poi dalla donna che tanti anni prima gli aveva dato un figlio senza che lui ne sapesse niente (nel Montana). Un agente si mette sulle sue tracce, per fargli rispettare il contratto con la casa di produzione. Intanto una ragazza vaga portandosi dietro un’urna contenente le ceneri di sua madre. Ogni tanto sarei tentato di dare Wenders per finito, ma finora mi sono sempre dovuto ricredere, nonostante la sua ineliminabile prolissità e i dialoghi a volte pedestri. C’è la stessa leggerezza del suo precedente lavoro americano La terra dell’abbondanza (dove Michelle Williams recuperava lo zio, come qui Sarah Polley recupera il padre), solo che di 11 settembre non si parla neanche incidentalmente: tira invece una piacevole aria anni ’70, materializzata in una vecchia foto di Sam Shepard e Jessica Lange che la macchina da presa inquadra quasi con rispetto. Ma quella generazione ha ormai fatto il suo tempo, ed è giusto che esca di scena (senza rivincite, senza una vera riconciliazione con sé stessa) per lasciare il posto a uno strano terzetto di giovani che riparte verso chissà dove, per continuare il sogno in un nuovo on the road.
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