Regia di Lars von Trier vedi scheda film
mi ha divertito. grace fottuta per bene e presa per il naso come solo un'ingenuona. e a pensarci bene mi ha anche fatto venire in mente THE WICKER MAN, solo che lei riesce a svignarsela da quell'isola di pazzi. dopo aver dato alle fiamme dogville e essersi fatta giustizia dei suoi meschini abitanti che l'hanno usata in ogni modo possibile e immaginabile non buttando via di lei nulla come si fa col porco, rieccola a far la bimba capricciosa col padre e pestare i piedi per cercare di dimostrargli che è in grado di riuscire in un'impresa. qualsiasi essa sia, come per esempio ficcare nella testa dei bianchi oppressori che lo schiavismo è finito 70 anni or sono e a far da giudice perchè i bianchi schiavisti divengano dei meritevoli americani. ma è come una bimba diligente e un pò secchiona che ripete a memoria le tre pagine assegnatele dalla maestra il giorno prima, senza capirci niente! giornalmente sotto l'impulso dei suoi gangsters armati di tutto punto gli ex schiavi da lei liberati assistono a lezioni su democrazia, diritti, rabbia e aiutarsi l'un l'altro. è agghiacciante ripensare alla fine a tutto quello a cui si è assistito. l'arrivo casuale alla piantagione. la richiesta di aiuto da parte di una donna e il suo ingresso in quello che poteva trasformarsi in una prigione per tutta la vita. la piantagione è un grosso set. e dentro si assiste ad un film che si vuole ad ogni costo che rimanga sempre uguale. c'è il misterioso libro delle leggi di mam, i bianchi e i negri e tutti i luoghi comuni che grace scandalizzata credeva di non vedere mai più. credendo di trovarsi di fronte a dei bimbi un pò dementi, grace viene lentamente attirata al centro della tela e per poco non ci lascia le penne, ma si salva solo perchè nell'ultima lezione le viene svelato tutto. e in pratica l'hanno dovuta fermare perchè di danni ne aveva fatti anche troppi. von trier spiazza come vien da dire solo lui pare sia capace di fare nel panorama offerto nei cinema. non che sia un gran complimento, vista la compagnia, ma è tanto. sembra una specie di gioco da tavola dove si deve scoprire chi ha fatto cosa a chi e quando, ma come nei film di shiamalan c'è il doppio finale, che appunto spiazza. chiudono il film foto di varia crudeltà made in u.s.a. in casa propria con il commento della bella canzone di david bowie. son proprio curioso di vedere washington.
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