Regia di Woody Allen vedi scheda film
Bello. Probabilmente il miglior film di Allen nel decennio 2000-09. Un "racconto morale" (che si rifà a Dostojevskij più che a Rohmer) sull'ambizione come molla dell'esistenza, che si trasforma facilmente in cupidigia e avidità, e sui limiti imposti all'agire umano da un caso beffardo e capriccioso, un Destino cieco come nei film di Kieslowski, che però avrà pietà del protagonista nel suo momento di massimo bisogno. L'ambientazione londinese porta una ventata di aria fresca nell'universo del regista, ed è ben sfruttata dal punto di vista figurativo, con un'ottima valorizzazione di scorci inediti; il cast funziona a dovere con una efficace accoppiata fra Jonathan Rhys-Meyers e una Scarlett Johansson in procinto di diventare la nuova musa alleniana (ma bravi anche alcuni attori di contorno, fra cui Emily Mortimer e Matthew Goode); lo stile registico è coinvolgente, a tratti quasi hitchcockiano, e riesce a gestire bene anche la svolta tragica del finale. Tuttavia, mi sembra che Allen giunga a delle conclusioni un pò troppo simili a quelle di Crimini e misfatti, anche e soprattutto nello scioglimento della vicenda, per poter gridare al capolavoro; se non ci fosse questo difetto di originalità, il film risulterebbe eccellente per fluidità narrativa e lucidità analitica.
voto 8/10
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