Regia di Samuel Fuller vedi scheda film
"The end of this story can only be written by you".
Il soldato sudista O'Meara (Rod Steiger), deluso dalla sconfitta dei suoi a vantaggio degli odiati nordisti, vaga per i campi di battaglia e, nell'ultimo giorno di scontri spara vigliaccamente ad un ufficiale nemico, credendolo morto.
Poi si accorge che è vivo e, seguito acuti sensi di colpa, lo porta con sé e gli salva la vita. Intanto conosce un nativo utilizzato dai bianchi come guida, tal Coyote Andante, e si mette in viaggio con lui. Catturati dal ribelle Sioux Lupo Solitario, i due vengono condannati a morte, ma ottengono la attenuante di avvalersi della prova della freccia, ovvero della possibilità di sfuggire scalzi ad una pioggia di frecce che gli inseguitori gli tirano contro.
Il vecchio indiano muore di infarto, ma il sudista si salva e viene preso in cura da Cerbiatta Bianca, una bella giovane che vive con un trovatello muto allevato per compassione.
Deluso dalla sua società, dominata da un mondo moderno di stampo nordista in cui stenta a riconoscersi, O'Meara decide di andare a vivere con la donna che lo ha salvato, diventando un pellerossa, convertendosi a tutto tranne che al loro dio.
Tuttavia, dopo una serie di circostanze attraverso le quali il sudista si trova costretto a collaborare con l'esercito Usa a titolo di guida, la crudele morte di un ex nemico per mano del suo nuovo popolo, e di quel folle di Lupo Solitario in particolare, gli fa comprendere che non può dimenticare la sua nazionalità: per questo motivo l'uomo è tentato di partire con la famigliola per tornare dalla sua gente, ma il contrasto e la violenza che divide le due civiltà devastano il protagonista, sconvolto dalla violenza che influenza i comportamenti di entrambe le parti antagoniste, spingendole a compiere mostruosità e vigliaccherie che sfiduciano l'uomo nei confronti della intera razza umana.
Run of the Arrow (letteralmente ed opportunamente "Il percorso della freccia"), diventato da noi La tortura della freccia, è un solido western del 1957 diretto con mestiere ed impegno civico dal grande regista statunitense Samuel Fuller. Addentro al film, il regista si concentra a considerare la bassezza umana e l'istinto di autodistruzione che caratterizza la specie umana, divisa e protesa a soggiogare coloro che considera nemici ed avversari per poterli dominare.
Ecco allora che l'analisi si sposta dalla contesa fratricida che oppone nordisti e sudisti, al conflitto razziale che oppone la razza bianca a quella dei nativi.
Nel film, girato con grande professionalità e forte di scene d'azione molto convincenti, come quella della punizione salvifica della freccia inseguitrice, spicca la intensa interpretazione di Rod Steiger, ago della bilancia tra i vari conflitti che dividono due popolazioni, e lo stesso popolo colonizzatore.
Nel cast si riconoscono nomi famosi come il muscolare Charles Bronson, nei panni del saggio guerriero indiano Blue Buffalo e Brian Keith, in quelli del capitano Clark. Nei panni dell'Indiana Cerbiatta Bianca, è stata scelta l'attrice e cantante spagnola Sara Montiel, secondo un criterio solo apparentemente azzardato, ma di fatto visivamente convincente o almeno plausibile.
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