Regia di Francesco Munzi vedi scheda film
I protagonisti di Saimir sono due albanesi , un padre e un figlio di quindici anni, con un rapporto molto saldo. Il padre traffica con i clandestini provenienti dall'Albania impiegandoli poi nei suoi affari loschi . Il giovane non condivide le attivita' del padre, ma allo stesso tempo non trova la forza per ribellarsi. Fino a quando un giorno il padre aiuta un noto mafioso albanese capo di una organizzazione legata alla prostituzione. Il ragazzo ha una reazione violenta perché gli aguzzini portano in Italia tramite la complicità di suo padre una ragazza minorenne, per prostituirla a Milano ed a turno la violentano per ridurla in schiavitu’ , allora Il ragazzo si ribella e li fa arrestare tutti dai carabinieri compreso il padre e decide quindi di abbandonarlo e di affrancarsi dal suo dominio psicologico . Inizia cosi' un suo cammino tutto personale alla ricerca di un riscatto possibile...Film teso asciutto a taglio documentaristico di Francesco Munzi, con un tocco di ritorno al neorealismo, girato con pochi dialoghi, quasi tutti in albanese con i sottotitoli, ma il film non annoia, anzi si segue in modo sciolto. Molto bella e delicata la storia della prima cotta di Saimir con una ragazza italiana Michela conosciuta in un bar e che lui timidamente abborda, innamorandosi perdutamente di lei, solo che le situazioni ed il degrado morale della vita vissuta malamente da Saimir li farà inevitabilmente lasciare, finisce in modo crudo il film ma ripeto funziona, va visto con attenzione, perché è sopra la media.Il cinema italiano non è solo carino e vuoto grazie ad opere coraggiose come Saimir.
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