Regia di Francesco Munzi vedi scheda film
Il sedicenne albanese Saimir (Manoku) vive con suo padre (Feri) in un sobborgo del litorale laziale. Qui aiuta il genitore, che è in attesa di sposarsi con un'italiana per prendere la cittadinanza, in un traffico di immigrati clandestini che i due caricano a bordo di un camion. Quando Saimir si innamora di una sua coetanea, per fare colpo e avere più denaro a disposizione su di lei non ha altro mezzo che aumentare il livello di rischio. Finisce così con altri ragazzi a svaligiare un villa, quindi assiste alle sevizie ai danni di una quindicenne e, in un sussulto di orgoglio, decide di denunciare tutto.
Opera prima cupissima, a suo modo estrema nella conservazione degli idiomi originali (gran parte del film è sottotitolata), con momenti di violenza sconcertante (lo stupro, il furto nella villa). Siamo dalle parti dei Dardenne, con un'attenzione particolare a volti e paesaggi scarnificati, in quella zona del realismo che non concede nulla alla retorica.
Vincitore del nastro d'argento 2006 per regia di un'opera prima.
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