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Un'altra donna

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un'altra donna

di cantautoredelnulla
8 stelle

"E sono rimasta lì a chiedermi se i ricordi sono qualcosa che hai o sono qualcosa che hai perduto". Questo epilogo riassume brevemente il tema del film ed è una domanda alla quale ognuno può dare la propria risposta. Un po' come il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, il senso che ognuno di noi dà ai propri ricordi e con essi al proprio passato ha un carattere assolutamente personale. La protagonista del film, Marion, raggiunge i suoi 50 anni, è una donna affermata, piena di sè. La sua vita è una sua proiezione in cui tutto va bene. Ma nella vita può capitare, per pura casualità o per un meccanismo imperscrutabile, che avvenga qualcosa che ci spinge a chiederci: ma chi siamo veramente? Non un "come ci vedono gli altri" nell'apparenza, ma un cosa siamo veramente nella nostra sostanza. Ammesso che di noi emerga, agli occhi altrui, solo quello che gli altri vogliono vedere, è anche vero che l'idea che trasmettiamo di noi entro certi limiti possiamo modellarla. E questo è il caso di Marion, la quale ascoltando le sedute psicanalitiche di una donna nella stanza accanto si sente inspiegabilmente scossa e incontrando poi una cara amica di infanzia comincia a vedersi in modo diverso.
Il comportamento che l'amica Claire rimprovera a Marion, cioè quel volere piacere e essere desiderata dagli altri per poi accampare scuse e tirarsi indietro, viene dapprima rinnegato da Marion, ma successivamente acquisisce la consapevolezza di come esso si sia reiterato in tutte le sue relazioni senza che lei se ne rendesse conto. Marion infatti irretisce Dave, il compagno di Claire, e poi lo rifiuta accampando come scusa il fatto che lui sta con la sua migliore amica, conquista Larry Lewis per poi rifiutarlo in quanto migliore amico del suo promesso sposo. E i suoi due mariti dichiarano di essere stati loro a sedurla, ma con entrambi c'è stata una prima renitenza, il primo per via della differenza d'età, il secondo per via dell'adulterio a cui dava origine la loro relazione. E forse, come dice Claire, questo comportamento è motivato dal fatto che Marion ama conquistare, essere al di sopra delle persone e una volta ottenuto questo, lei ha raggiunto il suo scopo. I suoi però sanno di acqua buona per pulirsi la coscienza, o di un ingenuo e infantile meccanismo di rifiuto nel nome di un valore più alto e condivisibile, la lealtà verso gli altri.
Una volta compreso questo, Marion comprende improvvisamente di avere creato intorno a sé un mondo fatto di rapporti superficiali, dove lei domina tutti con uno sguardo altezzoso, giudica smorzando qualsiasi emozione e mantenendo un costante controllo cerebrale su di sé e su chi si relaziona con lei.
Ed ecco allora il senso di questo titolo, "Un'altra donna" che è quello che Marion poteva essere e non è stata (mancata madre, per esempio, per avere abortito nel nome di una carriera appena iniziata; oppure donna amata appassionatamente da Larry), che è quella solitudine interiore in cui si ritrova oggi e che ha scoperto improvvisamente come superare attraverso una maggiore coscienza di sè. L'altra donna è quella nello studio psicanalitico che tanto l'ha affascinata e coinvolta, ma lo è anche lei a sua volta per quella ragazza in cura, la quale dice al medico di avere incontrato Marion e di averla trovata una persona davvero infelice, quella che diventerebbe lei stessa se non trovasse il coraggio di cambiare da subito la propria vita. Marion è la proiezione del futuro della ragazza in psicanalisi, del futuro di ogni persona che ha cercato la vittoria della ragione sull'istintività arbitraria dell'emozione, salvo poi scoprire che affinché i ricordi non diventino rimpianti, serve il coraggio di viverle quelle emozioni e non di reprimerle. L'emozione è l'essenza della vita.

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