Regia di Woody Allen vedi scheda film
Bergman spiegato ai principianti. O quasi. Non ha l'intensità dei lavori del Maestro svedese, ma Un'altra donna riprende larga parte della sua poetica e della sua retorica, sciogliendo il tutto in una trama solida, minima (il che non significa semplice) ed efficace. La protagonista è una donna, gli uomini sono fondamentalmente estranei, c'è lo sdoppiamento di personalità, c'è l'aborto, ci sono la crisi di mezza età e del rapporto di coppia, l'adulterio, il continuo rimpianto per il passato. Bergman. Poi c'è la psicanalisi, di chiaro stampo alleniano, come il flusso dei ricordi ed il finale che media fra malinconia e speranza. Come ingredienti potrebbe essere una bomba: invece finisce di tanto in tanto per annoiare, rimanere 'maniera' e mai prodotto a sè, vero, sincero. Questa mancanza di finitezza è forse il limite principale, per il resto rimane un bel lavoro, introspettivo e lieve nella sua ricerca esistenziale.
Marion è una scrittrice in crisi, al giro di boa dei 50 anni. Un giorno scopre che può origliare le conversazioni dello psicanalista che lavora nell'appartamento a fianco e comincia ad immedesimarsi nelle confessioni di una paziente. Troverà così la forza di reagire.
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