Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film
L'arte è essenzialmente comunicazione. La forma è importante, niente da dire. A volte talmente importante da bastare da sè ... come guardare un quadro del Parmigianino o del Bronzino. Ma a mio avviso il messaggio deve restare il nucleo centrale. L'insieme determina il capolavoro. Un conto è il Caravaggio, un'altro Bartolomeo Manfredi.
E' una premessa a mio avviso fontamentale per comprendere il mio personale (di certo non originale) pensiero su questo film, che considero tra i più riusciti in assoluto su San Francesco.
La forma latita: Zeffirelli a briglie sciolte con con un eccesso di melassa (va beh le inquadrature poetiche però a tutto c'è un limite!), dialoghi ingenui e scontati; attori che certo geni non sono. Uno spirito hippie urtante. Ed in più ci tocca pure Baglioni che mi venga un brivido! (e non di piacere). Ma è il messaggio che condivido in pieno. Da Rossellini alla Cavani (passando per le varie fiktion che infestano il nostro palintesto a cadenza quinquennale), tutti a farci vedere la santità di Francesco attraverso le difficoltà, le tribulazioni, il dolore spirituale e fisico. Tutto vero ma Francesco è altro ... è la luce di Dio che illumina una giornata piovosa, e ti fa vedere con occhi stupiti la bellezza del mondo, (anche se magari oggettivamente il mondo bello non è) ! E' quella stessa luce che può trasformare uno squallido tugurio in una reggia, che ti fa cantare di letizia nella fame e nel freddo. La stessa che ti guida al perdono, anche se gli altri ti feriscono, o ti deridono. Tutto intorno a Francesco è bello e buono perchè sono i suoi occhi a vederlo tale. Perchè è il suo cuore veramente puro a vederlo tale. E' il dono più grande, la grazia della fede. La sceneggiatura mi pare senza infamia né lode (un po' trascurata?); la regia lineare a richiamare uno stile da "favola bella". E la parabola terrena di Francesco veramente lo fu. Soprattutto nella sua capacità (anche politica, nell'approvazione della regola, nella scelta dei suoi successori non tutti santi ma sicuramente tutti molto abili nel destreggiarsi in quella selva oscura di confine tra eresia e allineamento alle posizioni ufficiali della Chiesa) di diffusione di un messaggio, tanto semplice quanto straordinario. Lo stesso messaggio che fu di Gesù: amore.
Molte le scene "visivamente" belle (grazie ad una buona fotografia, ripeto, un po' in eccesso), da Francesco che scappa sul tetto con gli uccelli, alla costruzione di San Damiano, sotto la neve e nella solitudine. Alla decisione di Chiara di farsi suora, il taglio dei capelli. Ambientazioni splendide, quasi tutte toscane, fra Montalcino e San Gimignano.
Personalmente sono molto scettica verso la devozione a santi e madonne. Un po' irriverente quando mi si parla di miracoli o apparizioni. Ad Assisi, tra le bancarelle di gadgets e gli schiamazzi dei turisti, Francesco non è facile trovarlo. Ma a La Verna, nel silenzio delle foreste casentinesi, il suo spirito c'è. E ci parla di amore, perdono e gioia.
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