Regia di Gene Wilder vedi scheda film
Wilder usciva da un doppio successo mondiale ottenuto grazie ed insieme a Mel Brooks, quello dell'accoppiata Mezzogiorno e mezzo di fuoco-Frankenstein junior, usciti a pochi mesi di distanza l'anno precedente; su una sua sceneggiatura decide così di passare anche dietro la macchina da presa, mettendo in scena una divertita - e a tratti divertente - parodia delle avventure di Sherlock Holmes. Wilder dimostra di avere appreso molto da Brooks: il ritmo, le gag surreali, i rapidi sbalzi di pathos sono con ogni probabilità presi in prestito dalla comicità del collega-maestro, nonchè le scelte di casting: Marty Feldman, Madeline Kahn e Dom De Luise sono tutti attori già utilizzati proficuamente da Brooks, mentre Leo McKern aveva già conquistato una discreta fama con una serie variegata di interpretazioni, ma sempre nel segno del 'cattivone': in Help! di Richard Lester (con i Beatles) come nella popolarissima serie tv Il prigioniero, nella seconda metà dei Sessanta. Questo Fratello più furbo di Sherlock Holmes è una parodia intelligente, che però qua e là trascende nel demenziale, e che utilizza spesso l'espediente musicale - con musiche originali e bizzarre, autoreferenziali - per ravvivare i toni della narrazione (sia in forma di musical che nella scena madre a teatro, durante la rappresentazione lirica): risate garantite, nonostante la scarsa sostanza di fondo. 6/10.
Sigerson Holmes, fratello meno celebre di Sherlock, accetta un'indagine apparentemente semplice, ma dalle tinte fosche: ritrovare dei documenti sottratti ad una ragazza, che si spaccia come figlia di un ministro, mentre ne è in realtà l'amante. La ricerca porta Sigerson nel mondo della lirica, più precisamente sulle orme di un baritono italiano: gran finale a teatro.
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