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Djurado

Regia di Gianni Narzisi vedi scheda film

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La recensione su Djurado

di mm40
2 stelle

Il pistolero Djurado arriva a Silvermine, paese di poveri abitanti, ma ricco sotto il terreno. Qui imperversa il terribile Tucan, bandito disposto a tutto pur di impossessarsi delle preziose miniere locali. Djurado difende la fattoria e la famiglia della bella Barbara.

 

Nel 1967 qualsiasi scusa era buona per girare uno spaghetti western; trame abborracciate e incongruenti venivano affidate a registi semi-improvvisati da produzioni scalcagnate, messe in piedi con quattro soldi raccolti, a favore della successiva distribuzione della pellicola, fra società di vari Paesi. Qui la co-produzione è quella classica del periodo: italo-spagnola; non a caso infatti sia il cast tecnico che quello artistico sfoggiano un mix di cognomi nostrani e iberici, a partire dalla sceneggiatura firmata da William Azzella (alla sua prima e ultima esperienza di scrittura per il cinema), Federigo De Urrutia e dal regista. Gianni (Giovanni) Narzisi era al debutto dietro la macchina da presa e fino a quel punto la sua carriera nel cinema era riassunta in un paio di direzioni della fotografia; il fatto interessante è che la prima delle due era stata quella de La commare secca, primo film di Bernardo Bertolucci (1962). E' lecito insomma pensare che Narzisi si sia voluto sperimentare come regista, avendo a disposizione l'occasione di questo Djurado, ma è altrettanto sensato ritenere che il Nostro abbia considerato negativa l'esperienza, visto che la sua seconda e ultima regia arriverà soltanto 11 anni dopo (Maschio latino cercasi, 1977). Naturale che la pellicola non abbia soddisfatto granchè nessuno: la storia è tirata via, il ritmo quasi inesistente e le recitazioni lasciano quasi tutte a desiderare, anche perchè gli attori provengono per lo più dalle seconde e terze linee: Dante Posani, Luis Induni, Mariangela Giordano, Isarco Ravaioli; vanno però segnalate le presenze di Scilla Gabel e, in una parte marginale, Margaret Lee, così come del cantante (nel ruolo, giustamente, di un chitarrista) Gianni Meccia: questo, che viene dopo le partecipazioni ai musicarelli dei primi anni Sessanta, sarà il suo ultimo ruolo su un set cinematografico. 2/10.

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