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Djurado

Regia di Gianni Narzisi vedi scheda film

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La recensione su Djurado

di scapigliato
6 stelle

Tale Djurado, chiamato anche Golden Poker, arriva a Silver Mines e con una facilità da manuale s’intromette in una questione locale che vuole lo spietato Duncan (Luis Induni) tramare contro i Donovan, il cui saloon sta sopra ad una miniera d’oro.
“Djurado” è uno dei prodotti dozzinali che tra il ’67 e il ’68 avevano portato nello SW i picchi più alti nelle produzioni. Ma come tutti questi prodotti aveva grandi carenze tecniche ed artistiche. Giovanni Narzisi nel suo unico western dimostra un’attenzione interessante per le scene di azione violenta, ma non allo stesso modo della totalità del film, compresa la direzione degli attori. L’attore protagonista Montgomery Clark, ovvero Dante Posani, che lavorò pure per Schlesinger nel ’65, ha la faccia giusta, ricorda Giuliano Gemma, ma non ha altrettanto lo stile del pistolero. Il mitico Luis Induni a briglie sciolte non vale quanto il Luis Induni posato e sobrio di ruoli a lui più congeniali, come l’amato sceriffo. Rick Boyd come al solito sprecato. Il resto sono comparsate dalla recitazione approssimativa, come la regia: un montaggio incerto e discontinuo, che molto spesso non tiene conto dei raccordi ed è cartina tornasole di una serie di sviste e di ingenuità che abbassano la qualità del prodotto. Qualità che sotto un velo di scarsa mano artigianale c’è e si vede. Il massacro dei messicani, la sparatoria alla banca, il linciaggio di Lizzie, la sparatoria nella caverna con l’aggiunta delle frustate al protagonista, nonostante le varie imprecisazioni nel montaggio, non solo sono dirette con uno stile frenetico molto aderente alla situazione sincopata, ma hanno anche una ferocia e una violenza non indifferenti. Ecco quindi che “Djurado” viene salvato da queste scene, dalla faccia di Posani e dalla presenza comunque generosa di Luis Induni.

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