Regia di Massimo Castellani vedi scheda film
Troppi furti di gioielli insospettiscono una compagnia assicuratrice, che invia in Grecia un suo agente per indagare. Dietro a tutti i colpi sembra in effetti esserci il fantomatico Roland, ma appena l'investigatore capisce di essere sulla strada giusta, rischia di essere fatto fuori. Ripara così in uno scavo archeologico, grazie a una bella ragazza appena conosciuta.
Questa è l'unica regia di Massimo Castellani e, in fin dei conti, non è neppure così male. Si tratta di uno dei numerosissimi gialli-thriller (più viva la prima componente, che la seconda) che in quegli anni scorrazzavano liberamente sui grandi schermi nostrani; nulla di più e nulla di meno, con la solita discreta dose di azione - diretta dignitosamente - e una storia un po' arrangiata alla meglio nella quale, limite principale, manca il giusto tasso di tensione. Anche gli interpreti lasciano un po' a desiderare, se si esclude la presenza di Gabriele Tinti e, in una parte però marginale, di Leopoldo Trieste; per il resto Il sorriso del ragno non ha granchè da invidiare alla media dei prodottini affini, meramente alimentari, suoi coevi. Il duo di sceneggiatori è formato dai semisconosciuti Italo Gasperini e Armando Morandi; Castellani era stato assistente, fra gli altri, di Salce, Bolognini e Laurenti: dopo questo lavoro scomparirà del tutto dal mondo del cinema. 2,5/10.
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