Regia di Lorenzo Vignolo vedi scheda film
Doveva essere una sorta di sequel-remake de L’allenatore nel pallone, divenuto col tempo un cult stracult, ma poi una serie di “contrattempi” l’hanno trasformato in una “pellicola” delirante, inconsciamente surreale. Il film, diciamolo subito, è tremendo, ma si lascia intravvedere grazie alla sua involontaria simpatia. E anche (soprattutto) perché Massimo Ceccherini è un grande comico, con venature folli che ricordano il primo Boldi se non addirittura Totò. L’operazione è furbastra, degna del suo produttore, Galliano Juso, uno capace di inventarsi qualsiasi cosa senza una lira, senza un’idea, senza - paradossalmente - un set. E dunque, oltre all’evocazione di un altro grande comico sui generis, Carletto Mazzone, qui icona dello scalcagnato Mister Ceccherini, c’è il saccheggio di Shaolin Soccer e di qualche quinta dello Zelig televisivo (Rosalia Porcaro, Giovanni Cacioppo, Claudio Batta, Dado...). L’atmosfera è periferica. E rimanda al rettangolo di gioco di Quelli che il calcio, dove una squadra che somiglia non poco a quella guidata dal comico toscano, ripropone quasi in tempo reale i goal della domenica.
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