Regia di Oliver Stone vedi scheda film
L’operazione è ambiziosa e potente: un’intervista al lider maximo Fidel Castro fatta dallo stesso Oliver Stone. Paiono amiconi, i due: Oliver di qui, Oliver di là. Da un punto di vista cinematografico, i fan dell’autore di Natural Born Killers troveranno pane per i loro denti, giacché il concept del documentario è lo stesso di JFK: immagini girate ex novo e inserti di repertorio manipolati a piacimento. Lo stile è solido, incalzante, difficile annoiarsi. Ma in fin dei conti, cosa resta di Fidel e di questo incontro? Poco, pochissimo. Castro è una vecchia volpe e Stone cade nella trappola. Fateci caso: mai che risponda direttamente, senza se e senza ma, alle domande più imbarazzanti e urgenti. Il “comandante”, anzi, piega l’occhio della macchina da presa e la volontà dell’intervistatore a proprio vantaggio. Finisce per rispondere sempre alle domande che avrebbe voluto gli si facesse, mai a quelle che gli vengono fatte. Poi, il lato grottesco del potere esce tutto lo stesso. Come quando sostiene di non avere il culto della personalità e si scopre che ha chiamato i figli Fidel Castro I, Fidel Castro II...
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