Regia di Oliver Stone vedi scheda film
Il documentario dà la possibilità di entrare nella vita di uno degli artefici della storia del '900, di vedere da vicino come si veste, dove vive, e come si rapporta con il proprio entourage e con il popolo. Fidel Castro, settantacinquenne al tempo in cui è stata registrata l'intervista, si rivela uomo politico di razza, evita con stupefacente abilità i timidi attacchi di Oliver Stone e ammalia troupe e spettatori simulando un candore d'animo al quale è però ben difficile credere, aiutato in questo dalla sua età avanzata. Al di là delle atrocità e delle malefatte che gli si possono in qualche modo attribuire, bisogna comunque riconoscergli un merito che appare evidente: al contrario di certi uomini politici di nostra conoscenza, Fidel Castro è molto riservato e morigerato per quanto attiene alla sfera sessuale e conduce una vita semplice ed aliena da lussi e frivolezze. Questo non sarà certo sufficiente ad assolverlo, ma lo avvicina almeno alla visione di Platone: "La perfetta felicità della società è raggiunta allorché il potere è in mano ai filosofi". E filosofo, almeno a modo suo, si può considerare.
Nel febbraio 2002 Oliver Stone e la sua troupe si recano a Cuba ad intervistare Fidel Castro. Quello che vedete è tratto da trenta ore di registrazioni effettuate nell'arco di tre giorni.
Senza voto, questa non è una vera e propria regia. Il maggior merito sta nell'uso dei filmati originali dell'epoca, estremamente interessanti, e nella felice scelta della colonna sonora.
Uno dei migliori attori che Oliver Stone abbia avuto sul set, con un piccolo distinguo: la classica situazione si capovolge, Fidel Castro è regista di se stesso, detta tempi, situazioni e battute. Stone fa da spettatore.
Curioso ritrovarlo tra gli interpreti. Non ci fa una bella figura: sembra spaesato, poco informato, sorride spesso imbarazzato e si fa schiacciare dal suo interlocutore.
E' l'interprete che traduce per consentire il dialogo tra Stone e Castro. Probabilmente l'unica persona che non recita.
Molto bella, soprattutto all'inizio, con moltissimi brani che passano da sonorità tipicamente popolari a sfumature più jazz.
La Storia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta