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Troppo belli

Regia di Ugo Fabrizio Giordani vedi scheda film

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La recensione su Troppo belli

di mm40
1 stelle

Un nano napoletano truffa platealmente due bellocci ritardati facendo credere loro che li aiuterà a diventare attori di successo. All'ennesima richiesta di denaro, i due litigano: uno vorrebbe continuare a pagare l'estorsore, l'altro comincia a fiutare l'inganno. Solo riunendosi nel nome dell'amicizia potranno uscire a testa alta (e man bassa di fighe) dalla situazione.

 

Sociologicamente, un film come Troppo belli fa rabbrividire e impaurisce. Cinematograficamente, la situazione peggiora perfino. Perchè, al di là dell'inevitabile resa artistica pressochè nulla (i due protagonisti sono due mediocri meteore tv, dietro l'operazione c'è lo zampone baffuto di Maurizio Costanzo - ma anche quello altrettanto villoso della moglie), sono i contenuti a (s)qualificare quest'opera come becera, sessista e, naturalmente, desolante sul piano morale. Nulla di più semplice da dedurre, osservando la storia di questi due maschioni spesso e volentieri seminudi che si sottopongono a tutto, da sostanziosi raggiri economici allo stupro, pur di spadroneggiare nel Regno della Figa (il cinema, la tv, lo spettacolo insomma: non è del tutto chiaro neppure a cosa aspirino precisamente i due, se non appunto a infiocinare quante più vagine possibile). Un "film" (i Lumiére mi perdonino), si sarà inteso, destinato essenzialmente al pubblico femminile; un "film" che dice in una maniera inequivocabile che i veri uomini sono dei tamarri palestrati cerebrolesi che scopano con ritmi da catena di montaggio (sesso=potere) e che da soggetti come questi la vera donna brama essere violentata senza se e senza ma. Siamo oltre il maschilismo, siamo al delirio, siamo in una sceneggiatura di Stefano Sudriè che pare scritta per scherzo, per scommessa o, parziale attenuante, in stato confusionale avanzato. Nel cast i due canidi (come interpreti) di grossa stazza Daniele e Costantino, con Fanny Cadeo, Ernesto Mahieux e Jennifer Poli. Dice: peggio di così non era possibile? Lo era, eccome: la colonna sonora è latrata da Gigi D'Alessio. Tutto troppo disgustoso e profondamente politicamente scorretto (sia pure, per ignoranza, in maniera involontaria) per aspirare allo status di 'trash cult'. 1/10.

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