Regia di Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti) vedi scheda film
Sulla scia del successo dei buddy movies Antonio Margheriti alias Anthony Dawson si cimenta in questa produzione italo-americana a buon mercato cercando di mescolare fantascienza hi-tech con il classico poliziottesco artigianale colmo di inseguimenti in auto inverosimili, sparatorie rocambolesche e saltuari scazzottate. La componente trash dell’azione è l’unico elemento “guilty pleasure” che potrebbe parzialmente divertire il pubblico in un film ove la risibile impalcatura del racconto prende il sopravvento, riducendo la vicenda a un pedestre bailamme di frequenti incongrueze; malgrado il contenuto a tema informatico, il linguaggio e le rappresentazioni digitali erano già obsoleti nel 1997 (“cerco una persona che sia esperta di computer”), mentre l'espediente fantasy che riguarda il passaggio dalla realtà alla dimensione virtuale è talmente frugale e approssimativo che si perderà presto l’interesse nel dare un senso alla successione degli eventi (e poi il funzionamento del pericoloso esplosivo attivato dagli ultrasuoni non viene mai spiegato chiaramente, così come le modalità investigative dei protagonisti hanno un bel po’ di buchi). Simpatici comunque Terence Hill (Skims) e il compianto Marvin Hagler (Mike). Noiosa la sotto-traccia romantica. Insomma, si tratta di uno show in cui tutto è stato tagliato con l’accetta e che si può anche seguire senza prestare attenzione a nulla, estasiandosi per il tono faceto e la “vivace” pacchianeria espositiva del contesto. Margheriti ha fatto di meglio.
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