Regia di Michael Wotruba (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
"Si fa quel che si pòle" diceva Fucini. E così sembra dire con questo film il buon Michael Wotruba, alias Joe D'Amato, alias Aristide Massaccesi, lo stakanovista del cinema (guerreschi, comici, erotici, pornazzi) morto nel 1999. Fedele all'estetica di Roger Corman, Massaccesi (che qui firma con il suo vero nome la fotografia) costruisce un film sul vuoto, tanto è vero che all'inizio utilizza come scene di raccordo filmati originali della seconda guerra mondiale. Se la fotografia è dignitosissima, manca totalmente la sceneggiatura, formalmente opera dello stesso regista, gli attori sono fuori parte (Manni, anzianotto e sovrappeso, è ridicolo come eroe alla Schwarzenegger o alla Segal), i dialoghi penosi ("Quel lurido verme l'ha ucciso!") e le scelte narrative infime: la sagra dello stereotipo comprende i tedeschi tonni, con la bella partigiana che per distrarre le sentinelle mostra loro i reggicalze come Laura Antonelli in "Malizia". E del resto l'attricetta è Rosemarie Lindt che ha al suo attivo una notevole serie di filmetti erotici anche con Tinto Brass).
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