Regia di Breck Eisner vedi scheda film
C’è un eroe belloccio, coraggioso, un po’ canaglia, ma abbastanza naïf da non scoraggiare gli spettatori meno sofisticati (Matthew McConaughey); un’eroina sensuale, grintosa e decisa ad andare in fondo alla causa umanitaria per la quale si batte (Penélope Cruz); un cattivo che ha il perfido esotismo degli antagonisti di Bond (Lambert Wilson) e un compagno dell’eroe che con il suo senso dell’umorismo riesce a sdrammatizzare le situazioni più pericolose (Steve Zahn, caratterista di gran classe, che ruba il film ai protagonisti). Aggiungete un deserto del Sahara ripreso come la Monument Valley di Ford e i Tuareg che sembrano Apache, un bell’inseguimento di motoscafi sul Niger e parecchi tocchi surreali, ed avrete la formula del successo di Sahara, una specie di “l’avventura è l’avventura” del terzo millennio. Appena un po’ più “plastificato” dei suoi predecessori (gli 007 d’antan e i cicli di Indiana Jones e della pietra verde), il film di Breck Eisner, rispetto a molte avventure contemporanee, ha il vantaggio di usare con moderazione gli effetti speciali, o comunque di “nasconderli” sotto una patina di realismo vecchiotto. Non vuole stupire, ma soprattutto divertire. E ci riesce.
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