Regia di Mel Brooks vedi scheda film
Ci sono film capaci di accompagnarti per tutta la vita, li vedi la prima volta e ti entrano in circolo, li sai a memoria, fotogramma per fotogramma, eppure ogni volta li rivedi come se fosse la prima.
Come può il meccanismo del comico funzionare ogni volta esattamente allo stesso modo, anzi meglio, perché sapere in anticipo quello che succederà aumenta la dose di comicità?
Beh, chiedetelo a Mel Brooks, che mette insieme tali e tanti ingredienti, e con uno stile, un’intelligenza, una fantasia di livello così alto da starsene ormai da 36 anni tra i massimi creatori del comico, un genere tra i più difficili, tali e tanti sono i rischi di cadute.
Tra le pellicole più conosciute al mondo, Young Frankenstein è stata definita una parodia del film di Whale.
Anche se sono rintracciabili somiglianze e citazioni, si dimenticano ben presto, trascinati dal vortice delle gag, bombardati dal susseguirsi a ripetizione di battute memorabili, estasiati dalle apparizioni di Igor/Aigor, ma soprattutto Aigor, con la gobba ( “quale gobba?”) ora a destra, ora a sinistra, e di Gene Wilder/Frederick, quello che se non lo chiamano Frankenstin s’incazza da morire, ma che poi troverà la sua più completa realizzazione in quella “creatura” con la lampo sul collo e un enorme Schwanzstuck (sul significato del parolone in Wiki c’è tutto quello che vorreste sapere…).
Allora Frederick si esalta, si sente di nuovo Frankenstein, come il nonno, creduto pazzo (per la verità, la sua prima definizione del nonnino è “coglione ”) e declama, invaso da sacro furore, mentre il montacarichi con la “creatura" di 2 metri e 20, larga come un armadio a due ante, sale, sale, sale, fra tuoni e fulmini sul terrazzo più alto del castello:
“Stanotte lanceremo il guanto della scienza contro lo spaventoso volto della morte stessa, stanotte noi ascenderemo nell'alto dei cieli, sfideremo il terremoto, comanderemo il tuono, e penetreremo fino nel grembo dell'impervia natura che ci circonda.”
Ma poi la "creatura" lo afferra per la gola e lo vuol strozzare, il nostro Aigor confessa a Frederik/Frankenstein che aveva preso per l'esperimento un altro cervello in formalina, visto che il primo, quello del genio, si era spiaccicato per terra, e ... come si chiamava questo? cosa c'era scritto sul barattolo di vetro? ah sì, ecco, c'era scritto AB, si chiamava, AB…norme...!!! Abnorme, wow!
E poi c'è tutto il resto, ed è tanto, e bisogna solo vederlo e rivederlo, sono i 105 minuti meglio spesi di tutta la giornata ( e forse anche di tutta la settimana…e oltre).
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