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Masoch

Regia di Franco Brogi Taviani vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Masoch

di undying
6 stelle

Controversa e sfortunata opera di Franco Brogi Taviani, liberamente ispirata alla figura di Leopold Sacher Masoch.

 

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Vienna, seconda metà del XIX° secolo. Il controverso scrittore Leopold Sacher Masoch (Paolo Malco), dopo un lungo rapporto epistolare con Aurora Rümelin (Francesca De Sapio), riesce a fissare un appuntamento per un incontro. Aurora, giovane borghese sposata in matrimonio infelice e con figli, recita incertamente il ruolo di finzione prescritto dal gioco sessuale ideato dal Cavaliere: soprannominata Wanda, come la protagonista del romanzo "Venere in pelliccia", si presenta a casa dell'uomo con il volto coperto. Il delicato e insolito corteggiamento di Masoch conquista comunque la donna che lentamente cerca di apprendere il ruolo dominante, arrivando a far sottoscrivere al partner un contratto composto da dieci precetti disciplinari. Mentre si alternano i giochi intimi, di volta in volta sempre più audaci e violenti, Aurora confessa di avere mentito sulla sua identità: non è sposata e in realtà di bassa estrazione sociale, impegnata nel modesto lavoro di guantaia. Masoch non dà peso alla rivelazione e conduce, convinto e remissivo, Aurora/Wanda all'altare. Dopo la perdita prematura d'un figlio, dalla loro relazione nasce un altro bambino, Sasha. Le condizioni economiche di Masoch, in pericoloso declino per l'alto tono di vita condotto dallo scrittore, allarmano la moglie, preoccupata ulteriormente dalle nuove proposte del marito che vorrebbe cederla sessualmente a un occasionale amante.

 

 

... non vi restituirò mai più la libertà 

 

"Le condizioni alle quali vi accetto come schiavo, e vi tollero accanto a me, sono le seguenti:

 

1 - dovete rinunciare totalmente al vostro io;

 

2 - non avrete altra volontà che la mia;

 

3 - siete tra le mie mani uno strumento passivo, che esegue senza discutere i miei ordini;

 

4 - se per caso un giorno osaste disobbedirmi, avrò il diritto di punirvi secondo il mio capriccio;

 

5 - io non vi devo niente, non ho alcun dovere verso di voi;

 

6 - voi non avete diritto di essere né figlio, né fratello, né amico;

 

7 - come il vostro corpo, anche la vostra anima mi appartiene;

 

8 - posso esercitare su di voi ogni forma di crudeltà;

 

9 - io posso cacciarvi in ogni momento, voi invece non avete il diritto di lasciarmi e, se fuggirete, mi date il potere di torturarvi finché morte ne seguirà;

 

10 - se non potrete più sopportare il mio dominio, se le catene diventeranno troppo pesanti, dovrete uccidervi. Perché io, non vi restituirò mai più la libertà."

 

(Contratto/Decalogo sottoscritto a Wanda da Masoch)

 

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Masoch: Francesca De Sapio e Paolo Malco

 

Il meno noto dei fratelli Taviani, Franco Brogi, per una serie di coincidenze si ritrova tra le mani un soggetto estremamente potente e suggestivo, una libera biografia del celebre scrittore austriaco, da elaborare in forma di lungometraggio. Un tema di difficile trattazione, che può facilmente sfuggire di mano in direzione grottesca o, in peggior modo, volgare. Con equilibrio funambolico, Taviani evita di accentuare l'aspetto erotico sfruttando nel miglior modo possibile gli interni (per la maggior parte il film è sviluppato in ambienti chiusi) e i costumi d'epoca. Invece di essere orientata verso una fedele biografia, la sceneggiatura (sempre opera del regista) punta sul rapporto di coppia dei due protagonisti. Un rapporto tormentato e controverso, animato da forze contrastanti e talvolta di opposta polarità, con ribaltamento (sul finale) di ruolo. In sottofondo è costante anche un riferimento ai conflitti sociali: Wanda e Masoch diventano simboli di "classe" (lei è una del popolo, lui un nobile) e nella relazione emerge, in realtà, una figura di masochista egoista, prevaricante e addirittura infantile. Masoch si fa frustare, umiliare, ferire, tradire e persino sodomizzare, ma sempre secondo condizioni precise, con il continuo controllo sulla vita, sulla sessualità e sulla libertà di Wanda. La spinge tra le mani del giovane Alexander (Fabrizio Bentivoglio, agli esordi come attore), spiandola morbosamente nell'intimità, ma quando la moglie intraprende una segreta relazione extraconiugale con un vero amante, ripiega su Hulda (Valeria D'Obici), nuovo "oggetto" dei suoi contorti desideri. Con poche licenze all'esplicito, Masoch è un film visivamente raffinato, abbellito da riprese personali e del tutto atipiche, tra le quali risaltano primi piani frontali di coppia (spesso Wanda/Leopold) e personaggi che parlano in macchina (Malco e nel drammatico finale la ex moglie delusa) cercando un dialogo con terzi e sconosciuti ascoltatori, arrivando a confessare apertamente il loro stato d'animo alla ricerca disperata di una comprensione che possa quindi legittimare le loro (illogiche) azioni, quando non compatirne le frustranti delusioni.

 

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Masoch: Francesca De Sapio e Paolo Malco 

 

Opera molto curata in fase di montaggio, nella quale emerge un uso estremamente funzionale del doppiaggio: ad esempio durante la confessione sulla reale identità di Aurora, le parole giungono all'orecchio sfumando gradualmente sino al silenzio, con chiara intenzione di mettere così in rilievo il fatto che a Masoch stesso nulla importano. Non ascolta quanto Aurora ha da dirgli perché non l'ama veramente. Ama invece "Wanda", una donna autoritaria ma di fatto solo idealizzata e quindi inesistente. Masoch non è disposto a cambiare carattere per un'altra persona, al contrario la moglie dovrà mutare ideologia, pensiero, atteggiamento, sino ad assumere l'aspetto di quella entità spietata (ma impersonale) già mitizzata nei suoi romanzi. Paolo Malco nel ruolo appare adatto, pur non essendo del tutto convincente, mentre decisamente in parte risulta essere Francesca De Sapio, attrice in grado di rendere verosimile la psicologia e il comportamento d'un personaggio dominante (ma perdente), perennemente in conflitto con se stessa, angosciata da perplessità, timori, paure e insicurezze. Una donna in cerca di miglioramento sociale, di posizione economica, d'una famiglia e di certezze che le vengono invece, gradualmente, a mancare. È lei, alla resa dei conti, la vera protagonista, molto più interessante e accattivante del viziato, egocentrico e irragionevole Masoch. Il destino del film è stato piuttosto strano: nel 1980 partecipa alla 37a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, sollevando critiche e pareri contrastanti. Tra insulti e derisioni da parte del pubblico e pareri critici agli antipodi, Masoch ne esce ingiustamente sconfitto. Ospite anche ad altri festival internazionali (a New York, Montreal, Los Angeles e San Francisco), dopo una veloce distribuzione nelle sale con divieto ai minori di 18 anni, circola in versione manipolata nel circuito delle luci rosse (in Spagna, ma anche in Italia) con inserti hard [1]. Poi il negativo sparisce per oltre trent'anni sino a quando, in Giappone, ne viene rinvenuta una copia [2].

 

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Masoch: manifesto della versione soft spagnola

 

Ancor oggi Masoch mantiene inalterato il suo carismatico effetto, provocato con garbo e sensibilità dall'analisi psicologica del celebre scrittore, con affondo sulle sue deviazioni mentali, espresse velatamente anche a livello sessuale. Preceduto nel contenuto dall'ottimo Le malizie di Venere (Massimo Dallamano, 1969), il film di Brogi Taviani è contemporaneamente anticipatore di un filone erotico composto da titoli di varia qualità (Venere in pelliccia di Polanski, Nymphomaniac di Von Trier e il ciclo popolare sulle "sfumature di grigio"). Reperibile grazie alla pregevole edizione dvd dalla Mustang, label che lo propone in un'ottima qualità audio/video impreziosendo l'edizione con un vano extra corposo e fondamentale: tre speciali con Franco Brogi Taviani, presente in conversazione di volta in volta con la psicanalista Simona Argentieri, con il critico Valerio Caprara e con lo storico del cinema Steve Della Casa.

 

NOTE

 

[1] Dagli extra del dvd Mustang

 

[2] Ibidem 

 

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Masoch: Paolo Malco 

 

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Masoch: Francesca De Sapio e Paolo Malco  

 

Citazioni 

 

"Io voglio che provi piacere quando mi frusti. Quale altro uomo al mondo permetterebbe a una donna di essere così libera?"

(Masoch)

 

"Come si fa a fare del male alla persona che si ama?"

(Wanda)

 

"Dio è una potenza, che non può essere né onnipotente né buona. Il creato è solo un'opera d'artista. Noi soli siamo i responsabili delle nostre azioni, che sono punite o premiate durante la nostra stessa vita. Non dopo."

(Masoch)

 

"Per quello che mi riguarda, io ormai ho imparato che un uomo, per amare veramente una donna, deve averne paura. Si potrebbe dire che per l'uomo, la donna rappresenti la natura. Una natura dispensatrice di piacere o di dolore. E, d'altronde, come la natura è la donna che ha il potere."

(Wanda)

 

"Leopold chiese il divorzio. Wanda rifiutò ostinatamente, per anni. Ci fu una causa e Wanda la perse. Il divorzio fu concesso perché Wanda venne ritenuta colpevole di conclamato adulterio. Dopo dieci anni, Leopold Sacher Masoch moriva: era il 1895. Wanda lo seppe dai giornali e quando parlarono di Hulda Meister come unica moglie legittima di Leopold, Wanda scrisse e protestò." 

(Voice over)

 

"Io sono l'unica, legittima, moglie del Cavalier Leopold Sacher Masoch. Io, e solo io. L'altra non conta, non esiste. Io mi chiamavo Aurora Rümelin. Sono anni che non mi chiamo più così. Nessuno mi conosce più col mio vero nome. Nemmeno io. Tutti mi chiamano Wanda Sacher Masoch. Quindi, io sono l'unica moglie del Cavalier Leopold Sacher Masoch. Io, solo io. Sì... io, sì."

(Wanda)

 

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Masoch: scena

 

"Sessualità ed aggressività hanno a che fare con gli istinti basilari dell'uomo e sono sempre esistite. È curioso lo statuto che (il masochismo) ha avuto nella cultura: o un peccato da emendare, o un crimine da punire o un sintomo da curare."

(Simona Argentieri)

 

F.P. 06/12/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 103'29")

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