Regia di Boro Draskovic, Gregory Simpson vedi scheda film
Pasticcio criminal-erotico girato e recitato male.
Non mi interessava molto vedere la Bouchet tutta intera o quasi, quanto i luoghi delle riprese (la costa dalmata, che conosco) e lo stesso fatto di questo prodotto alquanto curioso (un film italo-jugoslavo, con qualche nome anglofono).
Ebbene, non so come sia la versione originale non modificata, ma questo, scusate, è un pasticcio. È stato presentato, ad essere precisi, di recente su Cine 34 in prima visione TV, in una versione rimaneggiata. E ciò a cominciare dalla sigla, la quale si sforza di nascondere l'origine del film. Sono stati inseriti, cioè, nuovi titoli di testa digitali, dove compare solo il nome della Bouchet e di due produttori italiani. Il sottofondo degli scarni titoli sono degli affreschi probabilmente medievali... Non compare nessun altro nome, se non quello del regista Boro Draskovic, trasfigurato però in Barry Norton (con si poteva, che so, Barry Drake, o Barry Dragon?).
Di per sé, la pellicola è caotica e schizofrenica, nervosa e confusa. Vi sono, inoltre, evidenti errori di montaggio. Ciliegina sulla torta, la presente edizione vede il formato immagine modificato, sicché ci troviamo davanti un rettangolo dell'inquadratura originale. Un po' per questo e un po' per l'inesperienza dell'operatore, di esterni e paesaggi si vede pochissimo e male: qualche veduta della costa dalmata, qualche sprazzo di Dubrovnik (Ragusa) e nulla più, Per il resto, i soliti sarcasmi sulla religione, immagini degli Stati Uniti che sembrano prese dalla grande depressione, e un certo intercalare di nudi delle attrici.
Non so, ma a me sembra proprio un prodotto di infimo livello, ulteriormente peggiorato dai rimaneggiamenti odierni.
Alla fine, solo alla fine, compare una schermata con i nomi degli attori jugoslavi.
È una pellicola che dovrebbe scontentare tutti: quelli che vogliono vedere un bel film, quelli che voglio vedere gli ambienti locali, e chi vuole vedere un po' di attrici nude.
Gli attori sono di basso livello, e quelli secondari sono dilettanti allo sbaraglio.
Proprio non capisco il giudizio positivo dei critici che ho letto sulla rivista.
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