Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
Da una parte c'e' la storia (non nuova) vista gia' ne LA MASCHERA DI CERA, horror hollywoodiano anni 50' divenuto un piccolo classico, diretto da Andre' De Toth e interpretato da Vincente Price, ma anche ne I VAMPIRI di Riccardo Freda, forse il primo horror italiano realizzato e che non ho mai avuto occasione di vedere, dall'altra c'e' la messa in scena, degna di una produzione Hammer dei bei tempi. IL MULINO DELLE DONNE DI PIETRA e' un horror gotico all'italiana di pregevolissima fattura, uscito nello stesso anno de LA MASCHERA DEL DEMONIO, che vede cimentarsi alla regia Giorgio Ferroni, artigiano del cinema italiano che dirigera' solo un altro horror nel 1972. A una vicenda come gia' detto non originalissima, il film si rifa' brillantemente sul versante visivo, con una fotografia eccellente e una lunga sequenza onirica e visionaria, caratterizzata anche da impennate espressionistiche, grazie ai toni cupi di questo mulino che sostituisce il castello gotico e dell'inquietante carillon a grandezza naturale, con le statue che rappresentano soggetti macabri. Quanto agli attori, se il belloccio e inespressivo Pierre Brice funge solo da pretesto decorativo, non si puo' dire lo stesso della brava e bellissima Scilla Gabel, che interpreta Elfi, una ragazza ambigua e diabolica, ma al contempo fragile e ingenua. Menzione anche per l'attore tedesco Wolfgang Preiss, che con la sua presenza e la sua interpretazione contribuisce ulteriormente a dare un tocco espressionista al film, mi risulta infatti che il bravo attore in patria abbia piu' volte interpretato a teatro il ruolo del dott. Mabuse. Risultato complessivo notevole, come notevole e' il finale, dove non manca il solito incendio purificatore. Il regista Ferroni dirigera' negli anni 60' vari Peplum e alcuni modesti spaghetti-western, questi ultimi sotto lo pseudonimo di Calvin J. Padget, per poi dirigere nel 72' il suo secondo horror e penultimo film, LA NOTTE DEI DIAVOLI, suggestiva pellicola di vampiri tratta da un racconto di Aleksej K. Tolstoj, che riuscii a vedere da ragazzino, ma che ora risulta assolutamente irreperibile. Il racconto di Tolstoj ispiro' anche Mario Bava per il terzo episodio interpretato da Boris Karloff ne I TRE VOLTI DELLA PAURA.
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