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Frankenstein

Regia di James Whale vedi scheda film

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La recensione su Frankenstein

di Donapinto
6 stelle

Grazie a mio fratello che mi ha prestato due cofanetti contenenti alcuni classici della Universal, sto' con notevole ritardo riscoprendo quei classici interpretati da attori come Bori Karloff, Bela Lugosi Lon Chaney jr, alcuni dei quali avevo solo visionato da bambino/ragazzino. E' molto difficile (almeno per me) nel 2021 dare un giudizio all'opera di James Whale, combattuto tra il rispetto che si deve obbligatoriamente dare a questo horror pionieristico e l'evidentissima ingenuità che suscita a ben novant'anni dalla sua uscita. Rispetto al DRACULA che vide la luce nel medesimo anno, questo FRANKESTEIN sembra avere a prima vista un'impatto più coinvolgente, forse perché il britannico James Whale approdo' immediatamente al cinema sonoro, al contrario del collega Tod Browning, che invece veniva da una lunga carriera registica di film muti. A mio parere gli attori sono meglio diretti, Boris Karloff in particolare e' perfettamente a suo agio nei panni della creatura. Ottime e cariche di atmosfera le scenografie all'interno del mulino. Non si può dire altrettanto degli esterni notturni, di chiarissima confezione teatrale. Personaggi poco approfonditi, a causa di una sceneggiatura ingenua e frettolosa e di una durata complessiva della pellicola di soli 70 minuti. La popolazione inferocita da la caccia al mostro, senza però far ricadere un minimo di colpa sul suo creatore, che con il suo egoismo e la sua megalomania, ha causato la morte di una bambina innocente. Il gobbo Fritz, assistente di Henry Frankestein, odia la creatura. Ma perché? Il mostro verso la fine del film arriva fino alla casa del suo creatore, proprio mentre quest'ultimo si appresta a portare la sua amata all'altare. Situazione abbastanza priva di senso. Il vero momento clou e' quando la creatura si trova faccia a faccia con la piccola Maria. Qui emerge quella che sembra la sua vera natura, cioè quella di un bambino intrappolato in un corpo assolutamente inconsapevole della sua forza, che si diverte a far galleggiare fiori nello stagno. Pellicola che non riesce assolutamente ad approfondire certe tematiche (incomunicabilità, paura del diverso), che spero verranno meglio affrontate nel sequel che lo stesso James Whale dirigerà nel 1935. Riguardo a questo classico, mi esprimo con il medesimo giudizio per il DRACULA di Tod Browning: un piccolo pezzo di storia del cinema da vedere comunque con un certo rispetto.

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