Espandi menu
cerca
Frankenstein

Regia di James Whale vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 318
  • Post 219
  • Recensioni 6728
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Frankenstein

di alan smithee
8 stelle
TFF 37 - SI PUO' FARE
Nel prologo cautelativamente orgoglioso, l'attore Edward Van Sloan avvisa il pubblico di trovarsi di fronte ad una pellicola altamente impressionante, e pertanto, non senza un pizzico di malizia mista a compiacimento, l'attore invita tutte le persone impressionabili che sono ancora in tempo per rinunciare alla visione.
Di fatto l'intento è proprio il contrario che quello di dissuadere il pubblico, che infatti decretò, già nel lontano 1931, un successo senza precedenti in capo alla pellicola.
La storia, nota di certo, frutto di un adattamento dell'omonimo romanzo di Mary Shelley, ma anche, se non soprattutto, fedele all'adattamento teatrale del 1927 a cura di Peggy Webling, è affrontata dal gran regista James Whale puntando sulla coinvolgente e suggestiva ricostruzione delle scenografie, splendide e tetre già dalla scenograficamente torva e magnifica premessa, ambientata tra la fredda terra che accoglie una bara durante un rito funebre, al temine del quale lo scienziato Henry Frankenstein trafuga, con l'aiuto del fido servo gobbo Fritz, il corpo senza vita per completare il suo ambizioso quanto sconsiderato esperimento.
Il film di Whale, che si rifà alla corrente più prettamente espressionista dei primi due decenni del '900, evidente soprattutto nella parte in cui il mostro, a piede libero, inizia a mettere alla prova la sua istintività frenata dalla parvenza di umanità che pare nascondere tra le pieghe dei suoi tratti sconvolti e devastati, e fino a rendersi colpevole, pur inconsapevole, dell'efferato quanto involontario omicidio della piccola bimba innocente, ha il merito ed il privilegio di aver saputo creare una fisionomia del mostro che, successivamente, è stata destinata a diventare a tal punto un riferimento nell'immaginario collettivo del pubblico, da influenzare in modo travolgente ogni altra rappresentazione successiva a cui molto cinema si dedicherà nei decenni successivi.

Nel ritrovare la storia originale, oltre al piacere che si prova nella visione dello splendido film, conciso e diretto al punto da risultare galvanizzante, non si può fare a meno, in certi tratti (ad esempio nel momento dello scambio dei cervelli nel laboratorio medico a cura del gobbo ingenuo e maldestro che spreca il "normal" e si vede costretto a scegliere "l'abnormal") di sorridere e ripensare alla splendida farsa che Mel Brooks riuscì a creare da questo originale col suo esilarante Frankenstein Junior, grazie ai comicissimi Gene Wilder e Marty Feldman.
Il mostro è interpretato da Boris Karloff, nel film citato solo dopo tutti gli altri interpreti, che da quel momento diventerà un divo e si avvarrà del nome in massima evidenza nel seguito ancor più ambizioso rappresentato da "La moglie di Frankenstein", solo qualche anno dopo.
 
Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati