Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Siamo in Portogallo alla metà dell'Ottocento e la bella Francisca, fra i due amici e rivali in amore Josè Augusto e Camilo, sceglie il primo. Ma la famiglia di lei si oppone al matrimonio, così Josè Augusto la rapisce, lei consenziente, di modo da poter organizzare un matrimonio 'riparatore'. In realtà la coppia non consuma mai tale matrimonio, anzi: con il tempo i due si allontanano sempre più, mentre Camilo è intanto diventato un celebre scrittore: Camilo Castelo Branco. Fra Josè Augusto e Francisca invece rimane solo da svolgersi l'ultimo atto della tragedia.
Con Francisca, Manoel De Oliveira raggiunge (o meglio consolida) la fama internazionale, dopo decenni di inattività o scarsa attività a causa del regime liberticida di Salazar in Portogallo, e fa ricominciare da qui la sua carriera, a 73 anni suonati. Ne avrà ancora davanti quasi 35 (!), durante i quali sfornerà mediamente una pellicola all'anno. Francisca è tratto da un romanzo di Agustina Bessa-Luis, autrice prediletta e amica personale del regista, primo dei quattro che metterà in scena (gli altri sono La valle del peccato, 1993; I misteri del convento, 1995; Inquietudine, 1998); la sceneggiatura è dello stesso De Oliveira. Il cui cinema, qui come altrove, è pesantemente contaminato da tre ulteriori arti: della letteratura si è appena accennato, ma non si sottovalutino i ruoli che rivestono anche il teatro (una messa in scena precisa, ordinata con perizia millimetrica, una recitazione impeccabile, costumi e scene studiati accuratamente) e, dulcis in fundo, la pittura. De Oliveira dipinge i suoi film, prepara inquadrature-tele su cui dispone luci e colori, geometrie e personaggi, investendo solo di tanto in tanto qualche energia in carrelli o movimenti, sempre molto cauti, di macchina. La prima obiezione legittima va naturalmente a riguardare le due ore e tre quarti di durata: il ritmo è soffocato, ma come detto non è certo su quello che si basa la struttura lirica ed estetica del Maestro portoghese; anche la scelta di sistemare numerosissime - talvolta anche lunghe, complesse - didascalie nel corso della pellicola non fa che appesantirne la visione. Infine, l'antispettacolarità di De Oliveira è rispettata anche in questa occasione, nella quale si compie un'articolata tragedia senza mostrarne nemmeno un fotogramma. Francisca, a prescindere da tutto questo, è un'opera leggiadra, romantica come i suoi protagonisti, fra i quali certamente spicca la presenza di un'altra delle penne di riferimento per il regista: Camilo Castelo Branco. Pochi gli interpreti, tutti perfettamente in parte: Diogo Doria, Teresa Menezes e Mario Barroso formano il trio centrale del cast. 6/10.
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