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Le mani di una donna sola

Regia di Nello Rossati vedi scheda film

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La recensione su Le mani di una donna sola

di undying
6 stelle

Dramma dalle venature macabre, che parte da un giocoso erotismo per poi deviare verso temi esistenziali e pessimisti, senza più fare ritorno. Opera di Nello Rossati, regista poco prolifico (quindici titoli in curriculum) e purtroppo, sin dall'inizio della carriera, ingiustamente sottovalutato. Assolutamente da recuperare.

 

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La contessa Eugenia Fabiani (Marina Hedman) vive in una lussuosa tenuta marittima, assieme alla fidata (e amante) cameriera Fosca (Cristiana Borghi). Ospita fuori stagione, alloggiandola in un cottage, la coppia McLaglen composta dalla scrittore Tom (Vanni Materassi) e sua moglie Sara (Bibi Cassanelli). Tom e Sara hanno avuto problemi legati a un parto precocemente concluso per evitare la nascita di un figlio abnormale, motivo per cui la moglie rifiuta il coito vaginale, concedendo al marito di possederla unicamente con un fallo d'avorio. Presto però Tom cede alla seduzione di Fosca, invogliando così la moglie a fare altrettanto con Eugenia. In prossimità è presente un manicomio, gestito da Oscar (Edoardo Spada), amico della contessa. Fosca più volte si diverte a stimolare sessualmente uno dei reclusi, senza mai concedersi completamente. Una notte i pazienti fuggono dall'istituto, mettendo in allarme gli ospiti di villa Fabiani.

 

"La natura non dimentica mai nulla, purtroppo riferito ai miei pazienti naturalmente. La natura agisce secondo un codice genetico prestabilito. Per creare un nuovo individuo essa esegue puntualmente una serie smisurata di ordini, che sono stati memorizzati dai cromosomi. Una specie di scheda perforata. Ora immagini che un incidente scompigli le schede perforate o che qualcuno, per trascuratezza o per dòlo, ne distrugga alcune o le alteri aggiungendoci un buco o tappandone uno esistente: il nostro computer impazzirà e invece di progettare una nave progetterà un grattacielo. Ma la colpa non è del computer, è di chi ha provocato l'incidente: i genitori. Mai fu usato a più proposito il detto 'Le colpe dei padri ricadono sui figli'. Una colpa non necessariamente morale." (Dottor Oscar, cercando di spiegare le cause della subnormalità)

 

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Le mani di una donna sola: Marina Hedman 

 

Film girato in una villa messa a disposizione dallo scultore Dominicis, nel pieno dell'interessante carriera di Nello Rossati (classe 1942), anche autore della notevole sceneggiatura, un regista sottovalutato ma che ha lasciato una cifra stilistica e un taglio personale in ogni suo lavoro per la commistione di vari generi (qua eros, dramma e quasi horror) all'interno dei film che ha diretto. Le mani di una donna sola è una delle rare pellicole che vedono Marina Hedman (lo stesso anno debutta ufficialmente nell'hard diventandone la principale star italiana) protagonista in un ruolo drammatico che richiede sì scene di nudo (molto limitate e ben calate nel contesto narrativo) ma che funziona in virtù di una interpretazione decisamente riuscita. I momenti erotici infatti riguardano più Cristiana Borghi (peraltro quello in cui seduce Tom, mentre è in camera dello scrittore per fare le pulizie, è davvero memorabile). Rossati però non sembra centrare l'interesse attorno al sesso, quanto invece è orientato a raccontare una storia sui "diversi", i subnormali, gli esseri umani - per usare le parole pronunciate da Sara - che "la natura si è dimenticata di completare". Dal secondo tempo in poi, Le mani di una donna sola cambia completamente registro e sprofonda nel dramma, in questo sostenuto dalla malinconica colonna sonora, composta con strumenti a fiato, di Mimì Uva (purtroppo irrintracciabile sul web) e dalle pietose caratterizzazioni dei diversamente abili, capeggiati da un cieco che sembra essere dotato però di altra vista.

 

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Le mani di una donna sola: flano pubblicitario

 

Film particolare, tutt'altro che allegro o giocoso come dovrebbe, invece, essere un erotico e che assume un suo senso profondo se inserito nella produzione globale di Rossati: sedici pellicole - a cominciare da Bella di giorno, moglie di notte (1971) per terminare con Il giorno del giudizio (1994) - generalmente, salvo sporadiche eccezioni (Django 2 o Top line), inserite nella commedia o nell'erotico ma che stravolgono dall'interno il genere innestando temi esistenziali, poetici e pessimisti, spesso nucleo portante delle storie. Storie che il più delle volte si chiudono tragicamente, come nel film in oggetto: le mani di Eugenia smetterranno per sempre di sedurre altre donne, magari sposate. Ingiustamente escluso dalla programmazione televisiva, forse proprio a causa di un intenso malessere che attraversa - trasversalmente - l'intera narrazione, Le mani di una donna sola resta un bel film, inteso in tutte le sue accezioni: fotografia, sceneggiatura, colonna sonora e, non da ultimo, interpretazioni.

 

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"Vi dirò soltanto che mi lasciai pilotare nel buio
da qualcheduno
che m’aveva preso in silenzio per la mano."
(Giorgio Bassani)

 

F.P. 28/02/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 88'40")

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