Regia di Alfredo Guarini vedi scheda film
Mèlo dalla trama curiosa (lo spunto è preso dal romanzo di Milli Dandolo) ma risolto in modo convenzionale, s’inserisce perfettamente in filone che cercava di distaccarsi dalla rassicurante mediocrità dei telefoni bianchi per avvicinarsi ad una dimensione di più ampio respiro non lontana dal cinema americano. La Milano tetra e fredda in cui è ambientata la triste storia ben rappresenta l’anima irrequieta di questo dramma sentimentale ed irrimediabilmente senza speranza.
Alfredo Guarini sa dove mettere la macchina da presa e riesce ad infilare almeno una scena memorabile: l’ingresso di Isa Miranda riflesso in uno specchio circolare. Ed è proprio Isa Miranda il valore aggiunto del film, con la sua recitazione tesa, malinconia e mai di maniera. Al suo ruolo ambiva anche una famosa diva fascista, che si vendicò alla prima del film ingaggiando fischiatori professionisti.
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