Regia di Franco Prosperi vedi scheda film
La settima donna potrà non essere un capolavoro, ma è di certo un bell'esempio di come si potesse fare un'opera un minimo originale su temi e stereotipi abusati come quelli che invadevano il cinema italiano dei Settanta: la diffusione della violenza nelle strade (e nel quotidiano), il superamento dei ruoli e delle divise (qui c'è una suora vendicativa assassina, per dire), il femminismo esasperato, il maschilismo sotterraneo ma ancora imperante e via dicendo. Tutta roba contenuta in questa pellicola di Prosperi, nato artisticamente come aiuto regista di Mario Bava e omonimo del co-regista dei mondo movies con Jacopetti e Cavara. Un'atmosfera da poliziottesco, qualche accenno di erotismo, una morale 'cattiva', pregna di un cinismo (e di una critica sociale) figli dei tempi: La settima donna scorre su binari convenzionali, utilizzando inoltre due attori molto quotati in quel momento (Florinda Bolkan e Ray Lovelock), ma riesce comunque a lasciare un proprio segno personale, quantomeno nel finale sanguinolento e inatteso. Sceneggiatura: Romano Migliorini e Gianbattista Mussetto, da un soggetto di Ettore Sanzò; non male le musiche del futuro personaggio tv Roberto Pregadio. 5/10.
Tre rapinatori fanno irruzione in una villetta isolata; vi trovano cinque ragazze che stanno mettendo in scena una recita teatrale, una suora e una cameriera. Gli uomini sequestrano, violentano e uccidono, finchè sarà la suora a gridare vendetta.
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