Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film
A Danzica, il piccolo Oskar (Bennent) all'età di 3 anni decide di non crescere più. Con il tuo tamburo di latta e la sua voce capace di spaccare i vetri si trasformerà in un sabotatore della società adulta, testimone di oltre 20 anni di storia polacca (e tedesca), dal 1924 al 1945. Seppellirà una madre (Winkler) troppo disponibile e i due padri (uno tedesco, Adorf, e l'altro polacco, Olbrychski) con i quali è cresciuto.
Tratto dall'omonimo romanzo di Gunther Grass, premio Nobel per la letteratura nel 1988, il film di Volker Schloendorff addomestica le intemperanze della pagina scritta, ne sacrifica l'ultimo terzo e propone un apologo fluviale contro le assurdità di un mondo dominato da adulti irresponsabili. Le avventure del piccolo monello, che vive "le imboscate della storia come una saga parodistica" (Kezich), sono raccontate con grande potenza figurativa (le scene di massa e quella del ritrovamento in mare di una testa di cavallo dalla quale escono anguille sono le più impressionanti) ma l'ambizione metaforica, che vira costantemente su un registro grottesco, stempera la potenziale tensione del racconto, trasformando l'opera in un pamphlet.
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