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Il tamburo di latta

Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film

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La recensione su Il tamburo di latta

di bradipo68
8 stelle

Ho sentito in una recente intervista radiofonica Schlondorff parlare in un italiano esitante ma insospettabilmente corretto della sua opera più famosa con una sorta di affetto che è difficile riscontrare in molti cineasti a cui spesso piace essere più proiettati nel futuro piuttosto che stare a pensare al loro passato seppur glorioso.Mi è sembrato quasi che si commuovesse a parlare di questo film,a dire quanto imperfetto gli sembrasse oggi e a parlare di una nuova versione (integrale)in dvd dello stesso.In realtà non so neanche se stesse parlando con nostalgia dei suoi 40 anni(oggi Schlondorrff è un placido ultrasettantenne) o di una stagione di cinema che non ritornerà mai più.Il tamburo di latta è la storia del piccolo Oskar tra ironia acida e spruzzate generose di grottesco.Oskar al suo terzo compleanno ha deciso di non crescere più perchè quello che vede attorno a lui non gli piace e lui è rigorosamente contro.Vede i prodromi del nazismo,la sottovalutazione che i primi cortei ebbero all'epoca(sfilate prese come carnevalate),la loro presa di potere.E lui vede tutto dall'interno della sua famiglia che vive delle stesse contraddizioni che vive la bellissima Danzica,città nominalmente polacca ma in cui è forte lo spirito d'appartenenza tedesco.I suoi due padri,la madre troppo "generosa",viene filtrato tutto attraverso i suoi occhi e la sua voce capace di arrivare a frequenze altissime in grado di rompere vetri e quindi ottima per esprimere il proprio dissenso,come del resto il tamburo da cui non si separa mai.Il film di Schlondorff è un imponente affresco storico in forma di racconto allegorico,magari frammentario a tratti ma visivamente potente.Il piccolo Oskar col suo tamburo batte il proprio tempo che è diverso da quello che viene scandito dagli altri e dalla Storia.Il suo rifiutarsi di crescere è il rifiuto di appartenere a un'epoca così buia,il suo sguardo di bambino perde presto l'innocenza.La riuscita del film è dovuta anche alla prova strepitosa del piccolo David Bennent,classe '66,molto piccolo di statura per avere 12 anni,che risulta credibile sia a tre anni che a 18.E il suo sguardo di cui parlavo prima è abbastanza inquietante.Probabilmente non all'altezza dei premi che ha vinto(Oscar come miglior film straniero e Palma d'Oro a Cannes ex aequo col capolavoro coppoliano Apocalypse Now) è comunque un ottimo esempio di cinema europeo realizzato con dovizia di mezzi e che non ha nulla da invidiare all'omologo cinema d'oltreoceano.Un film dallo stile moderno ,ricco di episodi e suggestioni diverse che però rappresentano solo un minimo di quello che succedeva nel romanzo omonimo da cui è tratto.Straordinario vedere un bambino (che tutti considerano più o meno un freak) che si dimostra l'unico capace di rifiutare quell'isteria di massa e quell'aberranza ideologica che porterà al Terzo Reich.Alla cui caduta Oskar ricomincerà a crescere...

Su Volker Schlöndorff

il film visivamente è ricco di sequenze magnifiche

Su David Bennent

straordinario

Su Mario Adorf

molto bravo

Su Angela Winkler

ottima

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