Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Premetto che mi sono accostato al film trasmesso in tv non sapendo di cosa trattasse, quindi scevro da pregiudizi e con un certo disincanto, non annoverandomi certo tra i fans del genere biografico delle star del rock. Solo in fase avanzata del film e dopo aver letto le più che favorevoli recensioni su film tv mi sono reso conto su cosa fosse veramente incentrato, cioè sugli ultimi giorni di vita di una rock star. Quindi mi limito a comunicarvi le emozioni, i sentimenti che mi ha destato, fornendovi qualche commento a caldo, quasi in corso di visione. Abbiamo fin dall’inizio l'inquadratuta del giovane protagonista in evidente stato confusionale che mormora frasi incomprensibili, parrebbe strafatto di acidi e con il sistema nervoso gravemente compromesso, come se la maggioranza dei neuroni fossero bruciati. Emette suoni primitivi e si aggira tra un fiume ed un gigantesco parco di una grande casa di pietra. Parrebbe quasi un documentario della National Geographic sulla biologia di un primate, solo in apparenza homo sapiens. Si aggira per casa inebetito prendendo in mano un fucile e devo confessare che a questo punto (già esasperato dalla visione di questo strano film) con un certo cinismo ho sperato la facesse finita (senza rendermi conto che stavo anticipando la trama di quanto si suppone sia avvenuto nella realtà dei fatti), in modo da porre fine alla sofferenza indotta nello spettatore inconsapevole e soprattutto incolpevole. Ed invece col fucile si mette a cazzeggiare, una sorta di demenziale attività ludica, simulativa di una caccia, puntandolo anche su una coppia dormiente, una parte di un gruppo di giovani ospitato nella grande casa. A questo punto la sofferenza in me tocca all’improvviso il culmine perché riconosco che la donna dormiente è Asia Argento, è veramente troppo. Quale mente sadica può aver ordito una trama del genere, un avviamento narrativo così palloso, senza neppure un briciolo di ironia e di humour e per di più con l’aggravante dell’Asia Argento? In seguito nel film, forse per valorizzarlo, ci sono alcuni inserzioni dialettiche e didattiche di umana comprensione, anche apparentemente raffinate seppur poco connesse col contesto, forse per velleità culturali, tra una sequenza noiosa e l’altra, con il protagonista sempre in stato semicomatoso e vegetativo (sorprendentemente si constata che sa anche scrivere) e che fugge via da ogni contatto umano, rivelandosi asociale. Ci sono troppi piani fissi, minuti e minuti con la stessa inquadratura, lo stesso sfondo, che appesantiscono ulteriormente un’opera il cui senso ultimo continua a sfumare, come se lo scopo fosse indisporre lo spettatore accidentale, non consapevole del capolavoro che gli autori intendevano realizzare. Gli altri personaggi che si aggirano per la casa ed il parco ed ogni tanto salgono su un’autovettura e poi tornano (il massimo dell’azione contenuta nel film) sono tutti strafatti anche loro, larve umane ma con qualche neurone ancora non bruciato, impegnate parassitariamente nel più assoluto fancazzismo. Gli abomini che il protagonista compie in cucina nel maldestro tentativo di nutrirsi sono inenarrabili, da film horror. Film complessivamente di una noia mortale e senza alcun senso ed utilità, non rivela nulla sul vissuto della rock star e non trasmette nulla allo spettatore. Non lo consiglierei a nessuno se non come esercizio di volontà, per dimostrare di aver la forza di resistere fino alla fine senza cambiare canale o spegnere il televisore, ma chi non superasse la prova non potrei mai biasimarlo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta