Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Un film che presenta il delirio come una circostanza interamente individuale, i cui segni esteriori non sono sufficienti a renderla percettibile agli altri. Per questo motivo il suicidio, per quanto possa essere, apparentemente, preannunciato, rimarrà sempre un gesto imperscrutabile.
Il preludio alla morte autoinferta è una volontaria sospensione dalla vita, che il protagonista vuole distaccare da sé attraverso una serie di riti paradossali e ripetitivi, finalizzati a rigirarla tra le dita per svuotarla di ogni significato residuo.
Assolutamente irriconoscibile, calato nel ruolo in maniera straordinaria.
La sua ripresa segue il ritmo, a volte lento e sommesso, a volte affannoso, di una lunga e sofferta agonia. Una regia che, come nel suo stile, batte fedelmente il tempo della storia che racconta.
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