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Quando sei nato non puoi più nasconderti

Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film

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La recensione su Quando sei nato non puoi più nasconderti

di giancarlo visitilli
8 stelle

E’ l’unico film a rappresentare il cinema italiano al Festival di Cannes 2005. Quando sei nato non puoi più nasconderti, il nuovo e bellissimo film di Marco Tullio Giordana, tratto dall’omonimo libro-reportage di Maria Pace Ottieni, fa del regista milanese uno fra i più interessanti registi nel panorama nazionale, accanto a Bellocchio, Amelio e pochissimi altri. Il titolo del film, straordinariamente emblematico, lo si scoprirà tale nel corso della storia, che riserverà una sorpresa.
La vita vista con gli occhi di un dodicenne acuto e riflessivo, sebbene figlio di una delle tante famiglie benestanti del nord Italia, precisamente Brescia. Oramai stanchi di raccontare il mondo attraverso lo sguardo degli adulti, tra l’altro, quasi sempre uomini (evviva il maschilismo di cui specie noi italiani siamo grandi sbandieratori), anche Giordana si affida all’innocenza di Sandro, come Bellocchio a quello di una donna in Buongiorno, notte e già molti anni fa Amelio in Il ladro di bambini. E le cose cambiano, soprattutto i punti di vista: è come vedere il mondo da una prospettiva diversa.
Durante una crociera in barca a vela col padre e il migliore amico di famiglia, Sandro è vittima di un tragico incidente marittimo. Verrà salvato da un sicuro annegamento da Radu, ragazzo rumeno che viaggia in compagnia della sorella Alina, una grande fan di Eros Ramazzotti, e di tanti altri immigrati su una delle famigerate imbarcazioni clandestine per lo sbarco in Italia di stranieri in cerca di una possibilità. Prima di riabbracciare i genitori che lo davano per morto, il dodicenne avrà modo di confrontarsi con una realtà completamente lontana dal suo contesto quotidiano, sperimentando una prematura perdita d’innocenza.
Il regista del grande successo La meglio gioventù, sviluppa molteplici temi, gestiti attraverso dialoghi assolutamente essenziali (merito di una sceneggiatura scritta a sei mani, insieme a Sandro
Petraglia e Stefano Rulli) e riprese calibrate, molte volte ingenue, tipicamente adolescenziali. Splendida la fotografia di Roberto Forza. La sobrietà e l’intensità, fanno rifuggire dalla facile commozione, anche perché Giordana, a differenza di I cento passi, qui racconta, non spiega, perché sa che la realtà parla da sola. Infatti, sorprende lo stesso finale aperto del film, che ha senz’altro un richiamo con quello del film di Amelio, anch’esso scritto da Petraglia-Rulli, Il ladro di bambini (anche lì due bambini seduti su un marciapiede), che è come un voler suggerire allo spettatore “continua tu a guardare il mondo…difficilmente troverai una conclusione”.
Tutti gli interpreti, specie gli esordienti Matteo Gadola (Sandro), Vlad Alexandra Toma (Radu) e Ester Hazan (Alina) sono eccezionalmente bravi, insieme ad Alessio Boni, uno dei protagonisti del precedente successo di Giordana La meglio gioventù e Michela Cescon, l’indimenticabile scarno personaggio di Primo amore di Garrone.
Di Quando sei nato non puoi più nasconderti, difficilmente scorderemo le sequenze di mare, intense e realistiche, specie quella in cui la disperazione del padre, che ha appena scoperto di aver perso lungo il tragitto in mare suo figlio, va letteralmente contro-corrente, attraverso la barca che vira verso la responsabilità. E’ fuori di dubbio che Giordana utilizzi la metafora, il simbolismo e le allegorie, tipiche della poesia, sempre presente nei suoi film: questa volta si affida ai versi di Foscolo “all’ombra dei cipressi…”, quasi a voler ribadire l’accomodante presenza degli uomini, nei confronti della vita, sempre all’ombra, piuttosto che sotto il sole rovente delle responsabilità, come possono essere quelle di un padre che si prende cura del proprio figliolo.
Nel film c’è chi cade accidentalmente in mare e chi ci cade perché altri lo costringono ad annegare, in quanto si tratta di “merce avariata”, uno dei tanti immigrati privi di forze e che non ce l’ha fatta. Anche la sua presenza non sarà sminuita (perché Quando sei nato…), ma continuerà a sopravvivere nel mare: quante vite conserva il nostro Mediterraneo, a tal proposito.
Niente retorica, nessuna presa di posizione da parte del regista, benché è la stessa camera che, volente o nolente, non può fare a meno di riprendere i manifesti elettorali del Preside che si vanta della legge contro gli immigrati, affissi proprio sul muro di un capannone in cui si son rifugiati molti immigrati. Essenziale anche la figura del prete, responsabile del Centro di prima accoglienza, che non ha cancellato la scritta su un muro del centro “Padre Gelso fangulo”, scritta con una pronuncia tipica di un immigrato marocchino, che come ogni altro immigrato nel centro, può pregare ognuno il suo dio, “purchè non dia fastidio agli altri”. Non è difficile comprendere in cosa consiste il “dare fastidio” e chi sono “gli altri”. Il problema è semplice: poiché quando sei nato non puoi più nasconderti, non basteranno le guerre e le leggi ostili nei confronti dei diversi, per fare del mondo un nascondiglio per tutti.
Giancarlo Visitilli

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