Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Un film che non decolla mai veramente, ed alterna una prima parte comunque avvincente (soprattutto nel racconto della notte trascorsa in mare dal bambino caduto in acqua) ad una seconda che si perde in troppi luoghi comuni su cosa e come gli immigrati affrontano il difficile tentativo di inserimento una volta approdati in Italia
Sostanzialmente diviso in due parti decisamente diverse tra di loro, il film di Marco Tullio Giordana affronta il tema dell'immi grazione con un punto di vista indubbiamente originale, seguendo il salvataggio di un ricco bambino italiano caduto da una barca a vela da parte di un gruppo di immigrati stipati su uno dei barconi della speranza (che allora seguivano soprattutto la rotta balcanico-adriatica). Se però la prima parte, e soprattutto il racconto della lunga notte trascorsa in mare, mantengono un valido stile sia visivo che narrativo, nella seconda tende a prevalere una certa retorica (il padre del bambino, un ricco imprenditore, che cerca di assumere uno dei clandestini che ha aiutato il figlio ma che si scontra con resistenze e pregiudizi, aumentati dopo un furto subito in casa mentre li ospitava, cosi' come la quasi ineluttabile sorte di prostituta-bambina di una delle ragazzine appena arrivata con il barcone). Si finisce così per stemperare una buona idea in una serie di luoghi comuni che rendono il tutto un pò artefatto e prevedibile. Rimane comunque lodevole il tentativo, non del tutto riuscito, di affrontare il tema dell'immigrazione con un'ottica diversa dal consueto, quella di chi gli immigrati è abituato a vederli solo come forza-lavoro senza comprendere fino in fondo tutte le sfaccettature di un fenomeno complesso e variegato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta