Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Se dei film fosse possibile dare una valutazione algebrica, il voto su questo obbrobrio cinematografico dovrebbe essere di segno negativo: 40 gradi sì, ma sotto zero. Non è vero, però, come qualcuno all'epoca scrisse, che il film di Martino non sia interessante: al contrario è un documento probante di cosa fosse molto cinema nostrano alla metà degli anni Settanta e cosa si dovevano abbassare a fare, per lavorare a Cinecittà, alcuni professionisti italiani e stranieri, come Tomas Milian, Alberto Lionello e perfino il Marty Feldman che, venuto da film di culto come "Frankenstein Junior", si dev'essere domandato cosa ci combinasse lui con questa ciofeca.
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