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E ridendo l'uccise

Regia di Florestano Vancini vedi scheda film

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La recensione su E ridendo l'uccise

di LIBERTADIPAROLA75
8 stelle

Una burla atroce come la vita e la morte!

Ferrara 1505/1506 (recita la didascalia che apre il film). Durante una festa, alla corte Estense, in una stanza alcuni bambini osservano un attore comico, Taddeo detto Moschino, in un'altra gli adulti discutono di politica o amoreggiano. Poi arriva un messaggero e un interlocutore deve partire. Il giorno dopo avviene un'aggressione con tentativo di omicidio, alla luce del sole, apparentemente per una storia di gelosie erotiche ma, in realtà, per trame più grandi. Giulio D'Este, il nobile vittima dell'agguato, si salva ma perde la vista. E giura vendetta! Comunque il tutto fa parte del gioco di intrighi che accompagna la successione per l'eredità del patriarca, da poco scomparso il 25 gennaio 1505, Ercole D'Este, signore di Ferrara.

 

 

locandina

E ridendo l'uccise (2005): locandina

 

Interessante dramma storico, dalla messa in scena particolarmente feroce ma condita d'ironia, che prende la piega del thriller per poi continuare come una macabra commedia nera, molto Shakespeariana, tutta giocata nel titolo (spiegato nella sequenza finale a sorpresa!) e nel vero protagonista, il buffone Moschino, cantastorie di tutti gli eventi. Dietro una trama di giallo storico l'impegnato Florestano Vancini, alla sua ultima regia, prende ancora una volta il pretesto per descrivere il popolo come vittima dei potenti e la sete di potere come chiave di tutti i mali, comprese le lotte fratricide, scegliendo il registro metaforico della burla come della morte che si prende gioco, da sempre, del destino dell'uomo.

 

 

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