Regia di Florestano Vancini vedi scheda film
Riuscito affresco storico, il cui tono spazia dalla ricostruzione didascalica alla Rossellini alla sobrietà olmiana, passando perfino per qualche inopportuno schizzo di commedia decamerotica (l'episodio del fallito attentato al duca Alfonso). Fatto sta che delle quattro parti in cui è suddiviso il film almeno due sono piuttosto riuscite e, se qualche aspetto viene un po' edulcorato (la posizione dell'Ariosto fu assai meno imparziale di come ce la descrive Vancini, tanto che il poeta dell'Orlando furioso scrisse anche odi in lode di alfonso e del cardinale Ippolito d'Este, quando fu scoperta e sgominata la congiura dei fratelli Giulio e Ferrante) e qualche altro - come la vicenda della villana poi cortigiana Martina - un po' tirato per le lunghe, è apprezzabile il crudo realismo con il quale viene ricostruito qualche episodio, come lo squartamento del conte Boschetti (Mariano Rigillo) e le torture del buffone di corte Moschino (un Manlio Dovì insospettabilmente bravo).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta