Regia di Florestano Vancini vedi scheda film
Ultimo film di questo regista particolare a cui teneva moltissimo, e sul quel non ha voluto condizionamenti, e magari sbagliando, ma questa sua intransigenza è dovuta al fatto che ha dovuto condizionare la propria attività a scelte obbligate e sbagliate, rimanendo fuori dai giro da diversi anni.
Vancini è morto da pochissimo e guardando i suoi film ha avuto una carriera di molto rispetto sia artistico che politico, qui l’idea non era strepitosa e magari doveva essere supportata da una sceneggiatura ed una scelta di cast più congeniale.
Per questo tipo di cinema si deve partire da una sicurezza di investimento non indifferente,altrimenti l’operazione non prende il volo e qui sta già il difetto di base, dato che la povertà dei mezzi traspare in più punti, anche se l’ambientazione naturale è quella giusta.
Storia raccontata con approssimazione, con nessun colpo di sceneggiatura geniale, ma tutto legato ad una routine narrativa scontata.
Il senso della critica sociale di Vancini trasparisce sempre e ben sorretto dall’attore protagonista Manlio Dovì, ma il resto del cast ha un sapore teatrale troppo evidente
storia ai tempi di Lucrezia Borgia
Morricone fa un ittimo lavoro
Buoa interpretazione nella prima parte
carina, ma recitazione tatrale troppo pronunciata
Il solo che riesce a dre il senso vero interpretativo
Ultima regia fatta in buona fede, ma non riuscita la meglio
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