Regia di Mike Binder vedi scheda film
Un giorno ti svegli,e il mondo ti crolla addosso.
E’ successo a tutti,ma per Terry Wolfmeyer le cose vanno notevolmente peggio:il marito è sparito,e dove vuoi che sia andato quel bastardo?E’ sicuramente scappato con la segreteria,senza grazie né prego.
Come se non bastasse, a creare problemi ci si mettono le quattro figlie,tutte alle prese con la difficile amministrazione del proprio talento o dell’incognita per il futuro.
L’unico sollievo è dato dalla bottiglia…e da quel simpatico e invadente Danny,ex campione di football e ora dj radiofonico che riesce a diventare compagno paziente(ma fino ad un certo punto) e complice delle quattro ragazze.
Fino a quando arriva un’amarissima sorpresa…
Che qui ovviamente non diremo qual è, a parte avvertire i naviganti:se v’aspettate di vedere il falso film pubblicizzato in diversi spot,avete sbagliato,non fidatevi.
Il film in questione,quasi un regalo per chi abbia nostalgia dei film americani “scritti”,non è una commedia(se non in certi punti dove cmq si ride a denti stretti),non è facile,non è sbrigativa.
E’,invece,quella che si può definire una commedia drammatica o,come è stato brillantemente sottolineato sui giornali,una “commedia crepuscolare”.
Ed è anche l’attestato di stima che ogni attrice vorrebbe vedersi tributato:più che interpretato,infatti,”The Upside of Anger”(cioè “al culmine della rabbia”,titolo appropriato su cui si appoggia il senso di tutta la storia e giustifica il comportamento dei personaggi) è travolto dalla presenza di Joan Allen,nervosa ed efficace,e che qua e là tradisce una maggior assiduità con le tavole del palcoscenico che non con la cinepresa.
Il monolitico Costner trova una sua ragione d’essere nella prepotente simpatia del suo Danny,terreno angelo custode anche pieno di una rabbia che più che incenerire i sentimenti li fa rinascere.
E sono tutti appassionanti i personaggi che costituiscono il coro della storia:le quattro sorelle Wolfmeyer,fanciulle in fiore e con la fretta della vita da afferrare,si specchiano nel volto sincero delle attrici:Keri Russell(la Felicity televisiva,pronta a rinfacciare alla madre”…Quanto tu a volte possa essere stronza einsensibile…”),Evan Rachel Wood( protagonista del film caso della scorsa stagione,”Thirteen”,alla cui voce fuori campo spetta il compito di aprire e chiudere la vicenda),Alicia Witt,precoce moglie e mamma, e Erika Christensen,volto e corpo rotondo.
E onore anche al regista e sceneggiatore Mike Binder(per favore,se tutte le sue sceneggiature sono così,Hollywood lo arruoli a scatola chiusa) che qui si ritaglia l’ingrato ruolo di Shep,regista radiofonico cialtrone e in crisi d’astinenza di sentimenti.
Chi troverà noioso il film avrà dimenticato le pause ostinatamente lunghe di certe frequenti stagioni della vita, i ricatti che si presentano quando si deve essere pazienti,l’espressione rabbiosa da affidare tutti i giorni a chi ci accompagna e a chi ci sopporta
La sceneggiatura si prende il tempo necessario,non risolve né consola,e non elemosina le nostra lacrime,che non si versano ma si intuiscono,in uno spettacolo plausibile e veritiero.
A tutto va aggiunto il tepore di una bella fotografia che accompagna il paesaggio della provincia americana.
Da vedere in famiglia,per chiarirsi un po’,perché,come dice Popeye:”Se tutto va bene,la rabbia può darti un giorno in più di comprensione.”
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