Regia di F. Gary Gray vedi scheda film
Rispetto al precedente capitolo (Get shorty, di circa un decennio prima) mancano un certo ritmo e quella vivacità che rendevano interessante il film. Qui si cade invece in stereotipi grossolani, scene ritrite e nell'abuso di guest stars (una su tutte il cantante degli Aerosmith, Steven Tyler, in una parte nemmeno piccola) come facile attrattiva. Poca sostanza.
Un ex strozzino della malavita, divenuto produttore cinematografico, cerca di sfondare nell'industria discografica come manager di una promettente cantante. Così facendo si attirerà le ire di un boss, ma lui è più scaltro.
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