Regia di James L. Brooks vedi scheda film
James L. Brooks, per età ed evoluzione professionale, persegue, anche quando si limita a produrre, un cinema di tradizione (non è un aggettivo svalutativo: i ristoranti con una cucina tradizionale sono tra i migliori in assoluto) ben scritto, ben diretto e bene interpretato da cast costruiti, quasi sempre, con oculatezza. Esperto di voglie di tenerezze e di quei particolari (che non sono poi mai così irrilevanti) che rivelano che qualcosa è cambiato, in questo film entra con discrezione e idee chiare in una famiglia sbalestrata. Una madre nevrotica e infelice (una grandissima Leoni), sposata a un mite e paziente chef scosso dalle quattro stelle di un quotidiano e dalla consacrazione come miglior cuoco degli Stati Uniti. In casa ci sono anche una figlia con ferretti ai denti e in sovrappeso, un ragazzino e una suocera dal bicchiere sempre pieno (una sublime Cloris Leachman). Gli affetti, le incomprensioni, i ruoli, le abitudini, le certezze cambieranno (fino a che punto?) con l’ingresso in casa di una governante da sogno (Paz Vega è uno splendore) che parla solo spagnolo. Le barriere linguistiche, idiomatiche e culturali non possono arginare e scongiurare le tempeste ormonali ed esistenziali in una commedia intelligente e amarognola in cui la perfetta definizione dei personaggi e delle loro identità e i buoni dialoghi sono superiori all’intreccio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta