Regia di James L. Brooks vedi scheda film
Governante messicana entra in punta di piedi in una casa dell’alta borghesia californiana e ne fa esplodere le tensioni latenti. Il film comincia bene, ma dopo al massimo mezz’ora ha già il fiato corto. Ossia: funziona quando racconta la vitalità e la dignità dei poveri, poi si perde a inseguire gli insignificanti drammucoli familiari dei ricchi (una ragazzina in leggero sovrappeso, il numero di stelle assegnate al ristorante di loro proprietà), poi cerca di affrontare temi più seri (la figlia della governante è pericolosamente tentata da stili di vita per lei inaccessibili, e la madre si sente spossessata della propria funzione), ma alla fine trionfa l’immobilismo sociale e affettivo. Ormai abbiamo capito che l’autore di Voglia di tenerezza si è adagiato in queste commediole sostanzialmente rassicuranti, amarognole ma neanche tanto. Sandler è il solito pesce lesso, Téa Leoni è davvero troppo esagitata, Cloris Leachman si rivede sempre con piacere, il doppiaggio (specialmente dei bambini) è lezioso. Il creativo che ha concepito l’inqualificabile sottotitolo italiano merita la gogna.
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