Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Un film vergognoso, ignobile. Chi ci vede una svolta del cinema rosselliniano sbaglia: tolta la base fondativa del neorealismo, ovvero la rappresentazione di eventi reali contemporanei o quasi alle riprese, lo stile del regista rimane lo stesso. Messinscena nulla, che a questo punto non è distinguibile da quella che, in modo più appropriato, andrebbe definita semplice approssimazione registica.
Rassicurato dalla volontà di Andreotti e Morlion di fondare su di lui il nuovo neorealismo cristiano, il film avrebbe dovuto ricevere senza particolari problemi la legittimazione alla XI Mostra del cinema di Venezia, forte di una giuria di parte. Per fortuna, qualcosa andò storto e la carriera di Rossellini ne uscì fortemente compromessa. Fascista, comunista e, infine, democristiano: simbolo dell'essere anonimo disposto a farsi plasmare a piacimento del miglior partito di turno, Rossellini è tutto ciò che un autore non deve essere.
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