Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Nel periodo terminale del Neorealismo, Rossellini pur con una maggior licenza poetica fa comunque suo il principio che niente è più reale e vivido della narrazione di vicende storiche, anche se remote, purchè si rispetti lo stesso approccio che ha fatto la fortuna dei film dell'immediato dopoguerra. Cosi' nelle vicende di frate Francesco (ma soprattutto dell'ingenuo e candido Fra Ginepro) il tratto è severo, ascetico, senza fronzoli. Un film dove l'essenzialità nel raccontare undici episodi di vita comunitaria nulla toglie alla bellezza e pienezza nell'affrontare il mistero della fede, in uno dei momenti cardine della storia religiosa. Non c'è un vero filo che unisca i singoli episodi, ma nonostante ciò Rossellini riesce a creare un'opera organica dove la poesia delle immagini ben si concilia con la semplice saggezza che emerge al termine di ogni capitolo. Girato con frati autentici, nel film trova spazio anche Aldo Fabrizi nell'episodio del tiranno Nicolaio da lui interpretato con la consueta maestria.
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