Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Undici episodi tratti dai Fioretti di S. Francesco e dalla Vita di frate Ginepro, ognuno introdotto da una didascalia. Non si assiste alla conversione del santo, dato che si entra subito in medias res (il ritorno dei frati da Roma, dove hanno ricevuto l’approvazione papale), e neanche alla sua morte edificante: tutti gli episodi si collocano in un tempo immobile, senza svolgimento; solo l’ultimo (il più toccante), mostrando la partenza dei frati da S. Maria degli Angeli e la loro dispersione per il mondo, introduce una novità. Un esperimento curioso, originale, che nasce da una costola del neorealismo (tutti gli attori sono non professionisti tranne Aldo Fabrizi, che interpreta il terribile tiranno Nicolaio catafratto nella sua armatura) ma lo trascende: la celebrazione di una religiosità pura, ingenua, persino autolesionistica (si porge l’altra guancia in senso letterale), che si muove terra terra ma guarda in alto; un’opzione che tocca i suoi punti estremi in frate Ginepro e ancora più nel vecchio Giovanni, istintivamente buoni fino alla stupidità.
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